Barbara, amica del cuore, da Cervia conquista Oxford

Barbara Casadei

Proprio nel giorno in cui il dottor Marcello Galvani, direttore di Cardiologia dell’Ausl di Forlì (unico italiano ad aver partecipato all’elaborazione della nuova definizione universale d’infarto) convoca a Forlì il meglio della cardiologia internazionale per discutere le novità introdotte nel settore che vede l’ospedale Morgagni in prima fila (link), mi capita sotto gli occhi un periodico inglese che porta in copertina una storia di una cardiologa italiana che si sta facendo onore in Gran Bretagna: Barbara Casadei, originaria di Cervia, figlia di albergatori, ricercatrice e docente di medicina cardiovascolare presso l’Università di Oxford.

Barbara ha ricevuto da poco uno dei premi più prestigiosi nel settore della ricerca inglese, il BHF Chair, “per i suoi straordinari meriti nella ricerca per comprendere le cause e lo sviluppo di potenziali nuovi trattamenti per la fibrillazione atriale, un’anomalia del ritmo cardiaco”.

La rivista inglese Hearth Matters, della British Hearth Foundation, in occasione del conferimento di questa onorificenza, finora assegnata solo a due altre donne inglesi, le ha dedicato la copertina e una lunga intervista per chiarire i risultati del suo lavoro e illuminare anche aspetti della sua vita non professionale.

“Adoro la precisione della scienza, dove qualcosa o è falso o è giusto. E’ stata soprattutto mia madre, che una persona molto energica, ad aiutarmi e incoraggiarmi. Lei mi rassicurava e infondeva in me la sicurezza che anch’io avrei potuto essere brava”, dice la cardiologa romagnola.

Il successo di Barbara Casadei è cominciato nel 1978 con un a borsa di studio per accedere al corso di medicina dell’Università di Pavia. Nel 1989 la ricercatrice si è trasferita presso l’ateneo di Oxford: voleva rimanere tre mesi, mentre ora è già 24 anni che fa ricerca in quel paese.

“Niente batte l’emozione di vedere qualcosa accadere per la prima volta nel laboratorio”. Queste parole sottolineano l’immutato entusiasmo per la ricerca, anche dopo i ben nove premi a lei attribuiti e apre la speranza per un decisivo obiettivo nel 2013.

Quando solleva gli occhi dai microscopi e dai vetrini, Barbara d’estate prende l’aereo e si avvia con la figlia Isabella verso la natìa Cervia, per godersi il mare, l’ospitalità del materno Hotel Astrid e un tuffo nelle lontane consuetudini.