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l’allarme prossimo venturo:
la criptomoneta Libra

La parola è lieve, seducente: Libra, ma grande è l’allarme che suscita, e non solo in me che in quanto a finanza conosco meno di un negoziante di un borgo. Nasconde il progetto finanziario in arrivo nel 2020 da parte del padrone di Facebook, Mark Zuckerberg. Analizziamo le parole: Libra viene da “libbra”, unità di misura di origine romana il cui nome deriva dal latino libra, bilancia. Si tratta di una criptomoneta, nome che si compone di due parole: cripto e moneta. Vale a dire moneta criptata, celata. Infatti, si tratta di monete digitali, quindi, virtuali, criptate dietro a un codice. Note solo al sistema entro cui si realizzano, ci sono criptomonete che riescono a nascondere mittente, destinatario e valore della transazione pure ai terzi che fanno parte della filiera di associati.

L’allarme mi deriva dal libro del professore Giuseppe Floridia che sto leggendo (UOMO. Scimmia assassina?, Storia prossima dell’umanità, Edizioni AdArte, Torino) e che sarà ristampato a breve con un’integrazione dedicata proprio alla criptomoneta Libra. La scimmia assassina è la definizione coniata dall’etologo Konrad Lorenz per definire gli uomini che, per soddisfare i loro bisogni, ricorrono alla sopraffazione e alla violenza. Oggi le scimmie assassine sono coloro che, per la fame insaziabile di denaro, sono indifferenti alla morte e alla sofferenza provocate negli altri dai loro comportamenti.

Mark Elliot Zuckerberg (White Plains, New York, 1984) è l’imprenditore statunitense, tra i cinque fondatori del social network Facebook. Dall’aprile 2013 Zuckerberg è presidente e amministratore delegato di Facebook Inc. In qualità di fondatore di Facebook, riceve uno stipendio simbolico di 1 dollaro. Gli si riconosce un patrimonio netto di 70,3 miliardi di dollari.
È sposato con Priscilla Chan, ha due figli: Maxima e August.

La tesi centrale del libro è che alcuni moderni Re Mida, stanno sospingendo tutta l’umanità verso la miseria, mentre altri, per il proprio egoistico interesse economico, sono interessati soltanto a trasformare i propri simili in consumatori seriali. È necessario che si cerchino nuove regole di convivenza per poterci definire realmente “umani”. Fermarli si può. Ma certamente non con la nuova criptomoneta messa a punto dalla Libra Association con sede a Ginevra, in Svizzera, in arrivo con il nuovo anno, che nel sito promette con la criptomoneta Libra “la creazione di un nuovo ecosistema finanziario in modo che le persone saranno in grado di spedire, ricevere, spendere e proteggere i loro soldi”.

Con Libra usare denaro sarà facile come condividere foto”, assicura Zuckerberg. “Essere in grado di utilizzare il denaro virtuale può avere un importante impatto positivo sulla vita delle persone perché non si deve sempre portare denaro contante, che può essere insicuro, o pagare commissioni per i trasferimenti. Questo è particolarmente importante per le persone che non hanno accesso alle banche tradizionali o ai servizi finanziari. Al momento, circa un miliardo di persone non ha un conto in banca, ma possiede un telefono cellulare”.

Ma che cosa nascondono queste rassicuranti parole? L’autore del libro Uomo. Scimmia assassina? Storia prossima dell’umanità è di diverso, allarmante parere. Giuseppe Floridia (Ragusa, 1941), è stato un consulente fiscale, finanziario e di strategia aziendale. Ha raccontato la storia della moneta, nonché il sistema monetario e dei regolamenti internazionali, presso la facoltà di Economia e Commercio di Torino, dove lo incontro portandomi dietro le parole di denuncia del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia sul silenzio delle istituzioni, anche finanziarie:

Facebook lancia Libra nel 2020, la sua criptovaluta che si somma a tutte le altre esistenti e senza regolazione. I governi cosa pensano? E le Banche centrali? E la Commissione europea? Tutti in silenzio. E chi tra noi, da anni, pone il problema passa per uno svitato”, scrive su Twitter il ministro dem. “Com’era facilmente prevedibile aumentano criptovalute di ogni genere e mezzi di pagamento alternativi con un uso sempre più disinvolto. Non c’è alcuna regolazione e il rischio caos è dietro l’angolo. La politica, a tutti i livelli, nazionali e comunitari, non può restare a guardare”.

Nella nuova edizione del libro il professor Floridia continua a usare il marchingegno di una immaginaria riunione, che potrebbe assomigliare al World Economic Forum di Davos, i cui partecipanti adombrano possibili scenari del nostro immediato futuro. Cedo la parola a Floridia, anzi al suo immaginario relatore statunitense. (S. Gian.)

Il volume di Giuseppe Floridia UOMO. Scimmia assassina?, Storia prossima dell’umanità, Edizioni AdArte, 140 pagine, euro 12.
Prevista la ristampa aggiornata.

Si scrive Libra, si legge 40 mila miliardi di dollari

Cari amici, adesso vi racconto come penso che possa evolversi il futuro del nostro paese. Negli anni ’60 il Prodotto interno lordo (PIL) degli Stati Uniti si aggirava intorno al 50% del PIL mondiale. Questa forza economica ci ha permesso non soltanto di andare sulla Luna ma anche di dotarci di una potenza militare superiore a quella di tutti gli altri continenti messi insieme, rendendoci protagonisti delle vicende di tutto il mondo. Ma la percentuale del nostro PIL, rispetto al totale mondiale, è diminuito di anno in anno mentre altri Paesi hanno visto incrementare il proprio, sicché è facile prevedere, ad esempio, che la Cina, che oggi vanta un PIL simile al nostro in valori assoluti ma superiore in termini di potere interno d’acquisto, possa sorpassarci in pochi anni e costruirsi, conseguentemente, un arsenale militare pari se non superiore al nostro, potendo contare, inoltre, su un organico quattro volte più numeroso. Dell’Unione europea possiamo non preoccuparci perché i Paesi che vi partecipano sono in competizione fra loro e poi perché stiamo operando per crearle dei conflitti interni, poiché, se si unissero politicamente, anch’essi disporrebbero di un PIL simile al nostro.

 

Tenete conto che il nostro paese, con un PIL che attualmente non supera il 25% di quello mondiale, sostiene ogni anno una spesa militare quasi pari al 50% della spesa mondiale in armamenti. Ci siamo chiesti quanto possa resistere un simile squilibrio e quanto si possa penalizzare ancora la nostra popolazione e ci siamo detti che occorre ricreare una forte supremazia economica senza dover ricorrere alla redistribuzione dei nostri patrimoni così meritatamente accumulati. E’ così che, in accordo con le nostre autorità politiche e militari, abbiamo deciso di consorziare le nostre più importanti multinazionali per emettere una moneta elettronica capace di bypassare ogni limite normativo relativo alla privacy e al riciclaggio. Questa moneta si chiamerà Libra e sarà distribuita in contropartita di dollari, euro, sterline, yen, franchi svizzeri e forsanche di altre valute ancorché non convertibili. Libra sarà la valuta più stabile del mondo poiché il suo valore corrisponderà alla media ponderata di tutte le valute ottenute in cambio, nonché la più sicura, poiché non è emessa dalla banca centrale di un qualsiasi Paese, o sistema di Paesi, gravata dall’esistenza di debiti pubblici suscettibili di default. Libra ha, pertanto, una garanzia di solidità e convertibilità superiore a qualsiasi altra valuta del mondo.

 

I detentori di Libra non avranno alcuna remunerazione in termini di interessi ma non avranno neppure alcun addebito per la gestione del conto o per i bonifici che effettueranno. I soci della società che emetterà Libra saranno invece ripagati per il loro impegno con gli interessi e/o gli utili che potranno derivare dalla gestione dell’attivo, costituito, come detto, dalle valute ricevute in contropartita.

Abbiamo già costituito la società collocandone la sede legale in Irlanda, per ovvie ragioni fiscali, e la direzione generale in Svizzera perché lì troveremo il contesto normativo a noi più confacente. Ci siamo presentati al mondo come benefattori dell’umanità sia accogliendo nell’azionariato della società alcune organizzazioni umanitarie, senza chiedere a esse alcun investimento, sia raccontando che Libra è destinata ai poveri del mondo che, non potendo accedere ad alcun sistema bancario, in quanto non esistente nei loro luoghi di residenza o inaccessibile per la modestia delle somme disponibili, sono impossibilitati ad acquisire beni e servizi facilmente reperibili sul web. Da questa fascia di utenza contiamo di ricevere circa 1.000 miliardi di dollari, ma altri 20.000 o 30.000 miliardi dovremmo ottenerli dalla maggior parte di coloro che detengono somme, molto difficilmente utilizzabili, nei paradisi fiscali. Altri cospicui importi proverranno certamente dai miliardi di nostri attuali utenti, attratti dal nostro marketing e da qualche sconto o vantaggio che i nostri soci offriranno loro per i pagamenti effettuati con la nostra valuta, per non dire di quello che raccoglieremo dal traffico internazionale della droga e dalle necessità legate all’attività di lobbying.

 

In sostanza riteniamo di poter disporre, in valute diverse, dell’equivalente di circa 40.000 miliardi di dollari, corrispondente a circa il 13% della ricchezza mobiliare del mondo e pari a oltre due volte il PIL del nostro Paese. Con queste somme, supposto prudenzialmente un rendimento del 2%, moltiplicheremo per tre o quattro la redditività attuale delle nostre imprese e consentiremo al nostro Paese, con la sottoscrizione del suo debito pubblico, di espandere la spesa militare, senza timori per la tenuta del dollaro, per molti anni ancora. Aggiungo ancora che abbiamo concordato con le nostre autorità che le stesse si esprimano negativamente sulla nostra iniziativa affinché la stessa non assuma troppo marcatamente un carattere politico, tanto più che la Svizzera ci garantirà il supporto normativo di cui abbiamo bisogno. (G. Fl.)

* Giuseppe Floridia (Ragusa, 1941) è stato consulente fiscale, finanziario e di strategia aziendale. Ha raccontato la storia della moneta, nonché il sistema monetario e dei regolamenti internazionali, presso la facoltà di Economia e Commercio di Torino. Da quando ha smesso di vendere il proprio tempo, si dedica alla passione per l’arte (meritevole il suo impegno per rinnovare la memoria di un grande artista torinese ingiustamente dimenticato, Mario Giansone) e a riflessioni, da uomo di strada, sulla relazione fra gli eventi e la natura dell’uomo.