Verso l’era del post-giornalismo

Sei satelliti già in orbita a 24 mila chilometri d’altezza, due lanciati il 22 agosto dalla base europea di Kourou (Guyana francese) ma hanno sbagliato rotta, trenta in totale previsti per le telecomunicazioni e fornitura di dati utili per la sicurezza dei trasporti, agricoltura, ricerche petrolifere e minerarie: presto sarà completato il sistema Galileo, che darà all’Europa piena autonomia nella navigazione satellitare, nato grazie ad Agenzia spaziale europea (Esa) e Unione Europea. A fine anno potrebbe entrare in azione il progetto “O3B”, ovvero “altri tre miliardi”, per consentire ad, appunto, altri tre miliardi di persone, finalmente, l’accesso alla Rete in alta velocità; nei prossimi anni, l’Umanità si appresta a fare un balzo da gigante con quello che alcuni chiamano la “Ubernet”, ovvero la connessione totale: e nel campo dell’industria giornalistica sta per mutare il concetto medesimo di giornalismo, di informazione… Per Miguel Ormaextea, giornalista spagnolo specializzato in economia e tecnologia, il post giornalismo preme alle porte!

Coloro che continuano a fare i quotidiani come sempre, quelli che fanno radio o telegiornali, dovrebbero guardarsi nello specchio del cambiamento; ed è possibile che non riuscirebbero a veder nulla, se lo facessero, dato che son morti e non ne sono consapevoli; solo i cambiamenti radicali portano in loro possibilità di sopravvivere al mondo che verrà, un mondo in cui la gente non si informerà di quel che succede dai media tradizionali, ma attraverso la Rete.

Vi sono 2 miliardi e ottocentomila persone attive sulle piattaforma sociali e sia Facebook che Google (Google Loom) hanno entrambe piani per la connessione totale… e non solo delle persone, ma finanche delle cose: IBM lo sa, Cisco lo sa: vi saranno almeno 50 miliardi di dispositivi tra loro connessi, nel 2020.
E non è un progresso, è una mutazione.

Andiamo a vedere alcuni tratti del mondo futuro che è già tra noi.

  • I dati sono la materia prima della economia digitale globalizzata. Tutto il sistema economico viene de-materializzato e de-localizzato: si tenta e riesce a creare mercati globalizzati settoriali, ove venditori e compratori si incontrano in vasti spazi virtuali, digitali, senza frontiera alcuna: nuove, gigantesche imprese verranno create per affrontare – e trattare con – questi nuovi modelli di gestione dei dati. La robotica avanzata avrà in questo processo un ruolo preminente.
  • Le aziende di informazione saranno multimediali, multi schermo e partecipative, saranno piattaforme sociali unite alle telecomunicazioni, che creeranno marchi forti, affidabili, capaci di decodificare l’enorme massa dei dati e delle notizie del giorno, per rendere comprensibile il Mondo, il costante, eterno cambiamento, la discontinuità, capaci di dare un senso al bailamme digitale.
  • Questi marchi avranno non solo giornalisti, ma anche postgiornalisti: una nuova, splendida professione di cantastorie di una realtà ampliata e vividissima, professione di organizzatori e analisti del caos, assistiti da una grande quantità di esperti esterni, pagati a pezzo… sarà l’informazione… “Freemium”!
  • L’intelligenza artificiale seguirà il lettore, l’utente, lungo tutto il percorso e gli somministrerà annunci pubblicitari che gli verranno cuciti addosso, personalizzati, un po’ come nel modello AD Exchange portato alla estrema enfasi; a fronte di un esborso fisso mensile ci abboneremo non ad un mezzo, ma ad un articolato insieme di informazioni di nostro gusto ed interesse, ad una televisione connessa che ci mostrerà eventi in diretta, fiction di prim’ordine oppure programmi iper-specialistici.
  • I giornali così come concepiti ieri non valgono più nulla: fanno un tipo di giornalismo “da obitorio”; adesso dobbiamo creare giornalismo “di domani”… la base dei nuovi prodotti è in prospettiva: nuovi prodotti per nuovi lettori bene informati, contenuti post-televisivi, post-radio, post-online, post-reti sociali
  • Tutta la informazione è in Rete: la notizia esclusiva non esiste più. La notizia viene replicata, potenziata e moltiplicata; il fuoco è sulla informazione chiarificatrice, la quale riunisce i frammenti dispersi e la infinità dei dati per dare senso a ciò che davvero sta accadendo.Dalla notizia al significato.
    Dal giornalismo al postgiornalismo.

* Fonte: Lsdi, newsletter sulla libertà di stampa e diritto all’informazione promossa da giornalisti impegnati da anni sui temi cruciali dell’editoria (per tutti, citiamo Pino Rea, Raffaele Fiengo, Antonella Beccaria, Vittorio Pasteris). Un’ attenzione particolare viene rivolta al mondo del giornalismo dal basso, alla fine del Giornalismo e alla nascita dei “giornalismi”, al plurale e in minuscolo. Con la consapevolezza che lo sviluppo delle nuove modalità del fare informazione – quelli che possiamo chiamare, appunto, i giornalismi possibili – va molto al di là del solo aspetto professionale o industriale.

(Traduzione del testo a cura di Maria Daniela Barbieri)