Nell’Europa in cerca di sogni, un sogno s’avanza in Italia: il Museo Quirinale

Un’eccellente idea, da sottoscrivere, di Pier Luigi Vercesi, direttore di Sette, lo storico magazine del Corriere della Sera. Lanciata, per coincidenza, nelle stesse ore in cui apprendiamo che dopo anni di sprechi chiude Italia.it, il sito ufficiale del turismo italiano

Il Palazzo del Quirinale, costruito a partire dal 1583, è uno dei più importanti palazzi della capitale anche dal punto di vista artistico: alla sua costruzione e decorazione lavorarono insigni maestri dell’arte italiana come Pietro da Cortona, Domenico Fontana, Alessandro Specchi, Ferdinando Fuga, Carlo Maderno, Giovanni Paolo Pannini e Guido Reni.

Molti influenti cittadini europei sostengono che l’Europa, traumatizzata da crisi economica e derive populiste, ha bisogno di “un sogno”. Lo ha sottolineato, poche ore fa, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli agli ambasciatori presso l’Unione Europea riuniti in via Solferino con l’autorevole guida del loro ex collega, lo storico Sergio Romano. Lascio da parte l’Europa, punto lo sguardo sull’Italia nostra e proprio di “un sogno” levatosi nell’aria dalla stessa via Solferino vengo a conoscenza leggendo i giornali di questa mattina (un sogno che acquista maggiore valore se si considera che, contemporaneamente, si apprende che dopo anni di sprechi chiude Italia.it, il sito ufficiale di quella miniera sottovalutata che è il turismo italiano, costato 60 milioni di euro pubblici).

Il sogno si materializza nell’editoriale (“Va’ pensiero sul colle dorato”) di Pier Luigi Vercesi, direttore di Sette, lo storico magazine del Corriere, e proprio con il turismo ha una forte connessione. Lascio la parola a Vercesi:

Pier Luigi Vercesi è direttore dal 2012 di Sette, lo storico magazine del Corriere della Sera, in uscita ogni venerdì.

“C’è un’idea, forse un semplice pensiero che da qualche mese vaga leggero per Roma. Timido e guardingo. Pieno di timore reverenziale perché ambisce a volare alto sui colli. Anzi sul Colle, quello per antonomasia. Non me ne voglia nessuno se qui rompo gli indugi e infrango il patto di discrezione, ma se quel sogno s’avverasse, per un’Italia riformata varrebbe (simbolicamente) quanto la cancellazione di una delle Camere del Parlamento… Passo ai fatti. Sappiamo che il Quirinale, dimora del Presidente della Repubblica, ‘casa di tutti gli italiani’, costa molto di più della Casa Bianca e persino di Buckingham Palace. E’ un luogo meraviglioso e immenso, una cittadella dove lavorano tante persone. E domina la città eterna. Fu abitato da papi, re e, infine, dal garante-simbolo dell’Italia repubblicana nata dopo la Seconda guerra mondiale”.

Continua Vercesi: “L’idea è semplice come tutte quelle rivoluzionarie: perché non traslocare la presidenza della Repubblica in uno dei bellissimi e infinitamente meno dispendiosi palazzi romani e farne realmente la ‘casa degli italiani’? Perché non trasformare il Quirinale (costo) in un Louvre (fonte di reddito) dove concentrare le opere abbandonate e invisibili negli scantinati dei musei? Perché non immaginarlo culla di una nuova, vera politica del turismo, monumento di tutela e ‘narrazione’ della cultura occidentale…? Sarebbero le fondamenta su cui ricostruire una Repubblica basata sul proprio patrimonio e su un lavoro qualificato che, non dimentichiamolo, sono le fonti di ispirazione dei settori economici ancora apprezzati al mondo: la moda, il design, l’architettura, l’artigianato di lusso, l’agroalimentare e tutto ciò che trae linfa dalla creatività. Una grande opera come questa (non vi sembra più utile del ponte sullo stretto di Messina?) ci attribuirebbe un ruolo importante nel risveglio dell’Europa bella addormentata relegata a posizioni gregaria”.

Naturalmente è un sogno, una visione, e Vercesi se ne dice convinto, ma…: “A meno che non diventi il sogno e la visione di due uomini che, oggi, possono incidere sui destini dell’Italia: il presidente Giorgio Napolitano e il premier Matteo Renzi. Un altro italiano eccellente, il presidente della Bce Mario Draghi, dice: senza grandi investimenti e tagli della spesa improduttiva non usciremo dalla crisi. Può essere una delle risposte?”.

Sì, può essere una delle risposte, caro direttore. Te lo dice un antico cronista, che alle soglie della pensione è tornato a frequentare le aule dell’università Bocconi per un corso di perfezionamento sull’economia dei turismi. Un’economia che, nel giorno del trauma della chiusura di Italia.it alla vigilia dell’Expo, merita un grande rilancio, a partire proprio da un sogno: quel Museo Quirinale, casa degli italiani che gli italiani spero vorranno contribuire a delineare con i loro consigli utili. Da mettere sull’hashtag che Giannella Channel lancia: #museoquirinale.

Palazzo del Quirinale, Galleria di Papa Alessandro VII. I lavori di restauro hanno consentito di riscoprire le pitture di Pietro da Cortona e dei suoi discepoli coperte dagli interventi francesi tra il 1812 e il 1814 a seguito della decisione di Napoleone di far diventare il Palazzo del Quirinale sede imperiale.

Palazzo del Quirinale, Salone delle Feste. Flaminio Ponzio realizzò l’ala verso il giardino, la sala del Concistoro (oggi Salone delle Feste) e la Cappella dell’Annunziata.

Palazzo del Quirinale, Salone dei Corazzieri. Progettato da Carlo Maderno sotto papa Paolo V nei primi anni del XVII secolo, è uno degli ambienti più grandi dell’intero palazzo.

Palazzo del Quirinale, Cappella dell’Annunziata. Papa Paolo V Borghese (1605-1621) affidò l’incarico dell’intero progetto decorativo a Guido Reni, che nella esecuzione dello splendido ciclo di affreschi si avvalse dell’aiuto di Francesco Albani, Antonio Carracci, Giovanni Lanfranco, Alessandro Albini e Tommaso Campana.

Palazzo del Quirinale, Loggia d’Onore. La sala si trova nel nucleo più antico del Palazzo del Quirinale, costruito nel 1583-1585 per papa Gregorio XIII Boncompagni (1572-1585): in origine era una loggia aperta verso il cortile. La decorazione pittorica della volta è datata 1908 e si deve al bolognese Ernesto Ballarini, in collaborazione con Alessandro Palombi.