E in Francia la stazione si fa baby-sitter
Iniziative come Wagonnet, aperte dalle 6,45 alle 19, a Parigi e in provincia accolgono i bimbi dei pendolari. E per le ferrovie sono già un affare
Il primo esperimento è cominciato, in piccolo, il 23 agosto 2010 a Roanne, una città di 35 mila abitanti nel dipartimento della Loira. I genitori in possesso di un abbonamento al treno regionale Ter da quel giorno possono lasciare i loro figli piccoli alla stazione prima di partire per andare a lavorare, nella maggior parte dei casi a St-Étienne o a Lione. In quell’occasione la Sncf, il comune di Roanne, la Cassa delle allocazioni famigliari, la regione Rhône-Alpes e il dipartimento della Loira si sono associati per trovare i 200mila euro necessari all’organizzazione dei locali, e hanno chiamato poi una società privata per gestire l’asilo, aperto tutti i giorni dalle 6:45 alle 19 (ma se il treno di ritorno ritarda, l’asilo resta aperto). I dieci posti disponibili sono stati subito assegnati, cercando di privilegiare le famiglie numerose e monoparentali.
Nel 2007 la Gare du Nord fu teatro di una giornata intera di scontri tra centinaia di giovani e la polizia: un ragazzo aveva saltato il tornello per prendere il treno della metropolitana senza pagare il biglietto, due controllori lo fermarono con modi un po’ troppo brutali. Ne seguirono ore di guerriglia urbana che le forze dell’ordine affrontarono sparando i lacrimogeni. A cinque anni di distanza le tensioni sociali covano ma non esplodono, la Gare du Nord è stata completamente rinnovata e vicino agli Eurostar che partono per Londra i bambini – da 10 settimane a 4 anni – giocano con i Lego all’interno dei locali affidati alla società specializzata Babilou.
Gli asili nelle stazioni, sia pure agli esordi, nascono dall’esigenza sociale di moltiplicare gli aiuti – per lo meno logistici – alle famiglie. La Francia sta vivendo un momento di crisi economica resa evidente soprattutto dalla disoccupazione: oltre tre milioni di senza lavoro, pari al 10% della popolazione. Il paradosso è che in certi casi anche i cittadini, soprattutto donne, che un lavoro ce l’avrebbero sono costretti ad abbandonarlo perché non sanno a chi lasciare i bambini.
L’associazione Osez le féminisme! ha lanciato una campagna intitolata «Chi si occuperà dei bambini?» (strizzata d’occhio alla celebre e sprezzante battuta dell’oggi ministro degli Esteri Laurent Fabius all’allora candidata presidenziale Ségolène Royal, nel 2006), per denunciare che «oggi sono di fatto le donne a patire le conseguenze della crisi e della mancanza di posti negli asili. Sono loro che smettono di lavorare. E il 94% dei congedi parentali sono presi dalle madre, anche se pure i padri ne avrebbero diritto».
Nel frattempo, chi può permetterselo ricorre agli asili privati, o cerca di godere delle convenzioni stipulate dal datore di lavoro come nel caso di Wagonnet alla Gare du Nord. La supervisione è affidata alla Protection maternelle et infantile, un’istituzione pubblica fondata alla fine della Seconda Guerra mondiale, e la società che offre il servizio è la stessa di Roanne. «La Gare du Nord è un grande luogo di passaggio spesso per entrambi i genitori», spiega Floriane Eymard, di Babilou, «che possono fare a turno per venire a portare o prendere il loro piccolo».
Oltre Parigi. Ma Sncf vuole andare avanti, sviluppare l’idea nella regione di Parigi ma anche nel resto della Francia, per un totale di 61 stazioni (alla gara d’appalto hanno risposto 38 società). All’inizio del 2013 verrà aperto un asilo nella stazione di Amiens, e le babysitter sono previste nella ristrutturazione della stazione di Le Mans, che l’anno prossimo offrirà anche l’affitto di uffici e sale conferenze. «La stazione sarà un luogo centrale nella vita di ogni giorno», dice Sébastien Van Hoove di Gares & Connexions, «dove si potrà lasciare il bambino, andare dal medico, fare la spesa o lasciare una giacca in tintoria. La vita quotidiana è già molto complicata, occorre fare il possibile per semplificarla». Cominciando dai neonati.