Una finestra con i vetri rotti e il metodo vincente contro i crimini piccoli e grandi

Non è una teoria di mia invenzione: l’ho trovata navigando nel web. L’autore diceva che, quando in un edificio si lascia una finestra con i vetri rotti, dopo qualche tempo i passanti romperanno a sassate pure i vetri delle altre finestre perché quel danno, anche se piccolo, conferisce a quell’edificio un’aria di abbandono, di incuria, di disinteresse che incoraggia, in un certo senso legittima, ulteriori facili danneggiamenti. Sembra che, proprio in applicazione di tale teoria, il sindaco di New York, al fine di contrastare la crescente spirale di crimini sempre più gravi (dalle rapine agli stupri) che venivano commessi nelle metropolitane, ha pensato di aumentare di oltre cento unità l’organico dei… controllori dei biglietti (!). Tutti lo hanno considerato un po’ ingenuo, perché di fronte a crimini così gravi, quello dei viaggiatori privi di biglietto sembrava davvero l’ultimo dei problemi. E invece si sono dovuti ricredere, perché, proprio per la teoria della finestra rotta, l’aumentato controllo sui viaggiatori ha dato l’impressione di un’accresciuta sorveglianza e quest’impressione ha fatto ridurre drasticamente il numero complessivo di crimini, compresi quelli più gravi. Detto in altri termini, si possono risolvere i problemi grandi attaccandoli dal basso, cominciando cioè a risolvere quelli più piccoli. Questo è il metodo vincente. La mia finestra rotta l’ho trovata, oggi, il giorno di udienza di prime comparizioni.

*Bruno Tinti è un magistrato. Il brano è tratto dal libro “Toghe rotte”, Chiarelettere