Danimarca, da due anni
record mondiale
per energia prodotta dal vento

È inarrestabile il vento di Danimarca. Nel 2014 i danesi produssero il 39% di energia elettrica dal vento, un record mondiale. Questa percentuale non è un picco, ma la media su tutto l’anno. Nel 2015 hanno migliorato il loro stesso record, con il 42% di energia eolica, prodotta principalmente nello Jutland e nel Funen, nella parte occidentale del paese.

Secondo l’ente danese, Energinet, che gestisce la rete elettrica nazionale, questa è la percentuale più alta mai raggiunta non solo in Danimarca, ma in tutto il mondo.

Per circa due mesi i danesi hanno prodotto energia in eccesso vendendola ai vicini di Norvegia, Svezia e Germania. Per esempio, il giorno 10 luglio 2015 sono arrivati al 140% di energia eolica. In cambio, quando necessario, la Danimarca ha importato energia idroelettrica dalla Norvegia e solare dalla Germania. Hanno vinto tutti.

(qui e in apertura) L’impianto di Anholt, il più grande parco eolico a mare di Danimarca, ed il terzo al mondo.

Altro giorno impotante è stato il 2 settembre 2015 quando nessuna delle stazioni centrali di energia tradizionale è stata accesa: tutta l’energia in tutto il paese è venuta dal vento e dal sole. E basta.

Il ministro dell’energia di Danimarca, Lars Christian Lilleholt, ha detto che spera che l’esempio danese possa servire da esempio per altri, e che “it is possible to have both ambitious green policies with a high proportion of wind energy and other renewables in the energy supply, and still have a high security of supply and competitive prices on electricity”. Come per tutte le cose, non si tratta qui di miracoli inaspettati, quanto di pianificazione e di volerle le cose.

I danesi installarono le loro prime turbine negli anni Settanta, ai tempi dell’embargo dai Paesi arabi e da allora si sono posti un obiettivo più ambizioso dell’altro. Volevano arrivare al 30% di rinnovabili entro il 2020, e ci sono riusciti con quasi dieci anni di anticipo. Anzi, con le nuove installazioni previste per i prossimi mesi, si pensa di arrivare a oltre il 70% di energia elettrica dalle rinnovabili fra tre anni. A più lungo termine ancora vogliono essere carbon neutral entro il 2050.

Linee di trasmissione dell’energia dal vento ai paesi confinanti.

L’andamento della percentuale di energia prodotta dal vento, rispetto al totale: 42% nel 2015.

Il futuro continua a correre con il vento e non solo in Danimarca. Nel 2015 Regno Unito, Olanda e Germania hanno generato livelli record di energia eolica. In Scozia, il vento ha alimentato il 97% dell’energia elettrica delle case lo scorso anno, mentre nel Regno Unito la media è stata del 25%, con un aumento del 13% rispetto al 2013.

Secondo Jacopo Moccia, alla guida dell’European Wind Energy Association, nei mesi e anni a venire la maggior crescita per l’eolico si concentrerà in Germania, Regno Unito, Polonia e Svezia, mentre i mercati del sud Europa – fra cui Italia e Spagna – rimarranno indietro a causa di tagli retroattivi sugli incentivi di energia pulita e per la mancanza di lungimiranza da parte degli enti predisposti.

E si, a noi in Italia le rinnovabili ci fanno un baffo. Oltre ai tagli retroattivi abbiamo lo Sblocca Trivelle, petrolieri squattrinati, esplorazioni e buchi alle isole Tremiti, nelle aree protette del Ferrarese, nei parco agricolo sud attorno a Milano, nel golfo di Taranto, a Sciacca, a Pantelleria. Abbiamo pure Matteo Renzi e Federica Guidi fermi all’età della pietra fossile.

Maria Rita D’Orsogna è fisico, docente universitario, attivista ambientale. È nata e cresciuta nel Bronx e ha trascorso l’infanzia fra la tolleranza e la curiosità di New York City e la serenità e il verde di Lanciano, in provincia di Chieti.Si è laureata a Padova in Fisica nel 1996 e dopo aver trascorso del tempo a Milano, Parigi, Chicago e Washington è approdata a Los Angeles, dove vive stabilmente dal 1999. Viene in Italia frequentemente per conferenze e per sfatare i miti di Assomineraria e compari. Dice: “Spesso mi dicono di essere la pasionaria del petrolio, invece il mio è soltanto un profondo senso di giustizia sociale e del dovere, sentimento stancante ma da cui non ci si può sottrarre”. Contatti: www.csun.edu/~dorsognawww.dorsogna.blogspot.com