BUON COMPLEANNO SPILLERIA, ALLE PORTE DI MILANO, COLORATO MICROCOSMO DI PERSONE, IDEE E PROGETTI

Mi sono scoperto ultimamente curioso dei compleanni (insieme a quelli delle persone), delle imprese, in particolare di quelle medio-piccole (in gergo: PMI) che costituiscono il mosaico produttivo dell’Italia: pensate, su 4.338.766 imprese, ben 4.335.448 (il 99,9%) sono PMI, la quasi totalità costituita con meno di 10 addetti (fonte: Confcommercio). E mi trovo a rallegrarmi per quelle che festeggiano tappe raggiunte nonostante le gravi e inedite difficoltà poste dalle emergenze. A una di queste imprese, la Spilleria di Cassina de’ Pecchi, città alle porte di Milano dove risiedo (nella foto sopra, la squadra di chi ci lavora) ho mandato queste righe di rallegramenti per la festa dei primi 10 anni di vita di un colorato microcosmo che è molto più di un locale: è una fucina di persone, idee e progetti. (s.g.)

Un giorno di una decina di anni fa incontrammo sui Pirenei Paulo Coelho e quel felice scrittore ci delineò il suo metodo di lavoro. Divideva l’anno in tre segmenti: 1) un lungo viaggio con frequenti soste per raccogliere storie locali (quell’anno aveva in programma di salire sul treno della Transiberiana, che collega la capitale russa Mosca con le regioni centrali della Siberia e quelle dell’estremo Oriente russo);  2) al ritorno a casa, in Brasile, una serie di cene con amiche e amici curiosi (non più di quattro alla volta) e, in una cornice di allegria e buoni sapori, rovesciare sul tavolo le più intriganti storie raccolte nel viaggio per valutarne i giudizi; 3) infine partire per la seconda casa isolata dei Pirenei dove scrivere il nuovo libro in tutta tranquillità.

Se ricordo quell’incontro, accaduto nell’anno in cui si accendeva la luce amica della Spilleria a Sant’Agata, nella frazione di Cassina de’ Pecchi alle porte di Milano, è perché quelle stanze in Largo Cooperativa hanno captato, come nella seconda frazione del metodo Coelho, molte storie di chi le frequenta e, come nel nostro caso, le principali che raccogliamo nei nostri viaggi in mondi lontani o a due passi da casa.

Perché la Spilleria non è solo un bicchiere di ottima birra nella cornice di una piccola Arcadia moderna. È un luogo dove il saluto va oltre la formalità. È un pezzo di storia che lega le persone che la frequentano, dediti alla conoscenza dell’altro. È un tavolo rotondo dove l’ottimo cibo, la poesia, l’arte, la musica e le confidenze, alimentano il senso degli incontri e dei riscontri culturali. E un’impresa nata da sognatori della famiglia Mandelli, capaci di connettere concretezza del fare con l’etica e buoni bilanci.

 

La famiglia Mandelli, motore creativo e operativo della Spilleria: da sinistra, papà Massimo, Andrea e Federica e la compagna di Massimo, Lucrezia.

 

Buon lavoro e buoni sogni concreti a tutta la comunità romantica dei gestori e dei frequentatori, ognuno dei quali ha lasciato in questi primi dieci anni di attività un pezzo della propria anima. È il libro che festeggia questo decimo anniversario (La Spilleria. Storie liquide, a cura del Gruppo Nube: Jennifer, Andrea, Martina, Daniele, Beniamino), con le testimonianze spigliate e lontane dal tono accademico che non si addice a quel mosaico di anime, lo vuole dimostrare. E ricordare. ()