Negli ultimi anni ho percorso la Romagna, stagione dopo stagione, incontro dopo incontro, delineando una geografia intima dell’umanità e dell’accoglienza di questa terra dagli Appennini alle onde. Trovate qui gli ultimi testi più cliccati apparsi sul blog che già definiscono un profilo più sorprendente di una terra operosa e pragmatica che continua a farsi amare. Il 2017 vedrà accendersi fari sul turismo sostenibile e sui borghi italiani (Anno internazionale del turismo sostenibile per le Nazioni Unite e Anno dei borghi per il nostro ministero dei Beni e Attività culturali e Turismo, come annunciato dal ministro Dario Franceschini il 2 dicembre scorso). In questo anno la nostra esplorazione nella riviera più famosa d’Europa, con particolare riguardo al mare di terra che è la Romagna interna, continua in una modalità originale grazie al contributo esclusivo per Giannella Channel, insieme a fotografi affermati come Ferdinando Cimatti e Vittorio Giannella) di una coppia di archeologi e studiosi del territorio romagnolo, Ferruccio e Carla, uniti nella loro vita anche dalla competenza e dalla passione per la geostoria e i misteri della loro terra.

Un’altra guida per viaggiatori della domenica? Un nuovo vademecum per fine settimana mordi e fuggi, alla ricerca di qualcosa di bello ma non troppo impegnativo? L’ennesima rassegna di sagre e mercatini? Decisamente no. Cosa sarà allora questa guida a puntate che vi farà compagnia, come una voce narrante, nelle prossime settimane e in futuro?

Sarà una scoperta, o magari una ri-scoperta, di una terra conosciuta solo a livello superficiale e solo nel suo stretto lembo di costa, ma che riserva davvero tante incredibili sorprese. Una guida capace di svelare quello che il turismo normale ha coperto con rumori, suoni, frastuoni. Sono pochi i luoghi noti della Romagna, sempre i soliti: quelli a tiro della spiaggia, o a tiro dell’autostrada o della superstrada. Noi vi accompagneremo dentro le radici della Romagna, per vedere l’altra faccia delle medaglia, la parte più ignorata, più misteriosa, rispetto alla famosa riviera.

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Turismo e mistero nella Rocca di Montefiore Conca, che potrebbe nascondere il tesoro dei Malatesta. (Credit: APT)

Per esempio: sapevate che in Romagna nei secoli sono stati eretti ben novecento castelli? Sapevate che qui è stato trovato l’uomo più antico d’Europa? Sapevate che questa è la vera terra-di-mezzo, incrocio di Greci, Etruschi, Umbri, Celti, Latini? Qui sono nati papi e passati imperatori; qui si sono svolte tante piccole storie nascoste nelle pieghe della grande Storia. La Romagna è stata patria di condottieri coraggiosi, signori spregiudicati, donne forti e grandi spiriti; di misteri e leggende, fantasmi e tesori, vizi e virtù. Come tante altre, direte voi… quindi, perché cominciare proprio dalla Romagna e non con un’altra regione? Perché vogliamo portarvi a spasso proprio qui?

Beh, perché questa è la nostra regione per eccellenza, di Carla e Ferruccio e anche di chi cura questo blog volontario e gratuito che ha sempre avuto a cuore il versante culturale e letterario della Romagna affrontato con il taglio dinamico del viaggio e delle geostorie. E noi ne siamo innamorati! Innamorati del grande castello che ha retto gli assalti degli eserciti e dei terremoti e che magari conservano tracce di tesori ancora da scoprire (i principali luoghi indiziati dei tesori nascosti sono i castelli. Nella storia passata c’è un periodo in cui la ricchezza, in assenza di banche o altri depositi sicuri, bisognava nasconderla, e i castelli – con le isole – erano privilegiati). Innamorati della piccola pieve che ha accolto le preghiere di migliaia di persone; innamorati dell’antico borgo amorevolmente restaurato e del paese che non c’è più e rivive solo un giorno all’anno grazie ai suoi ex-abitanti; innamorati dei paesaggi sempre diversi, dei colpi d’occhio che, dalla cima di un monte, ti aprono panorami sterminati su valli, fiumi, paesi, o, d’inverno, su distese di nuvole o nebbia dalle quali, come isole, emergono le vette più alte; innamorati delle persone vere, che prima ti accolgono con la falce perché proteggono la chiesina abbandonata vicino casa, ma poi ti offrono vino e formaggio e ti narrano, in un dialetto ormai incomprensibile per noi cittadini del ventunesimo secolo, la storia della loro famiglia e del luogo, perché hanno voglia di raccontarsi; innamorati della geografia e della storia, della cultura e dell’enogastronomia, insomma di tutto quello che arricchisce, dopo la mente, anche il corpo.

Tutto questo è ciò che noi vogliamo farvi conoscere; di più, ciò che noi vogliamo farvi amare. Cercheremo di farvi provare la nostra stessa gioia e commozione, di trasmettervi la nostra stessa curiosità e passione. E allora, forse scoprirete, o ri-scoprirete, sfogliando quel grande libro di pietre, mattoni e sassi che raccontano con parole oscure ai più, un modo diverso di vivere le cose, e, può darsi, anche qualcosa di voi stessi, e del vostro modo di guardare, sentire, toccare, camminare… magari sentirete vibrare corde del cuore che non vi ricordavate di avere; le stesse che, esplorando le radici della Romagna, si sono risvegliate anche in noi.

Ma chi sono Ferruccio e Carla? Cedo la parola a loro.

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I nostri due esploratori alle radici della Romagna misteriosa: Ferruccio Cortesi (Cesenatico, 1956), archeologo e storico, e Carla Iacono Isidoro (Cesena, 1972), archeologa di formazione ma bibliotecaria di mestiere.
(Credit Maurizio Franzosi / Mema Studio)

Ferruccio Cortesi (Cesenatico, 1956), archeologo e storico, e Carla Iacono Isidoro (Cesena, 1972), archeologa di formazione ma bibliotecaria di mestiere: ci siamo conosciuti vent’anni fa, neanche a farlo apposta, in un museo, un operaio della cultura e una laureanda in Conservazione dei beni culturali. Da anni studiamo il nostro territorio, sia dal punto di vista materiale (indagini sui siti) sia da quello immateriale (ricerche sulle tradizioni, leggende e favole).

 

Abbiamo curato una rubrica sulla rivista Confini (Il Ponte Vecchio, Cesena), poi quegli articoli, rivisti e ampliati, sono confluiti nel libro La Romagna perduta: alla scoperta di sentieri e paesi dimenticati nelle vallate dell’alto e medio Appennino (Il Ponte Vecchio, 2012); inoltre Ferruccio ha pubblicato, insieme al fratello Renato, Sacro e profano: la religiosità popolare in Romagna tra reminiscenze pagane e Cristianesimo (Rimini, Il Cerchio, 2012) e ha collaborato col fratello e con l’amico Dino Manzelli a Cesenatico e i Cappuccini: storia di una chiesa, di un paese, dei suoi fedeli, amici e oppositori (Cesena, Stilgraf, 2014). Con alcuni amici, abbiamo dato vita a una piccola associazione, L’Angolo giro – cultura a 360°, con la quale abbiamo organizzato (o partecipato attivamente a convegni, mostre, eventi.

 

Ci piace avere a che fare con la storia, quella che si legge nei libri, ma soprattutto quella materializzata nelle pietre, quella immortalata nelle opere d’arte, quella incarnata nelle persone, quella tramandata nei racconti, quella concretizzata nel territorio. Già; perché la storia, e il territorio che la rappresenta, non sono solo nomi, fatti, date, luoghi, ma soprattutto persone, che hanno lasciato una traccia più o meno grande, più o meno labile, in ciò che esiste, e proprio in queste tracce noi possiamo incontrarle e conoscerle.

 

Seguiteci su Giannella Channel, e le conoscerete anche voi.

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Nella puntata successiva: uscita al casello di Cattolica e viaggio nella Valle del Tavollo e nella Val Conca. Il maxi granaio dei Malatesta. La bandiera francese nello stemma di Montescudo. La rocca e l’oratorio di Albereto. Il palazzo-gioiello in vendita a Monte Colombo. Il tesoro nascosto dai Malatesta nella rocca di Montefiore. Il complotto in Santarcangelo per impadronirsi di Rimini. I muri d’autore di Saludecio.

 

A PROPOSITO / Una riflessione di Salvatore Giannella

Torniamo a innamorarci

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L’imprenditore turistico francese Gilbert Trigano (1920–2001).

Da anni gli studi sull’economia del turismo sottolineano l’importanza della figura dei turisti “furetti” rispetto a quelli “lucertola”. I furetti vagabondi ad alto tasso di curiosità e di mobilità, disposti a pagare il supplemento per salire sul treno rapido diretto verso incontri ed eventi di eccellenza, saranno coloro che determineranno le fortune di aree turistiche, non solo in Italia. Furetti vagabondi e, mi sia consentito di allargare l’immagine metaforica, anche furetti innamorati. Direte voi: che c’entra questo “innamorati”? C’entra. Nel Teatro Novelli di Rimini, in uno degli ultimi meeting del Centro Pio Manzù (a proposito: qualcuno salvi l’archivio di quel benemerito gruppo di lavoro messo su da Gerardo Filiberto Dasi) ho ascoltato l’intervento di un padre dell’industria turistica Gilbert Trigano, patron del Club Méditerranée, cioè il capo della più grande industria delle vacanze, e lui mi diede un’indicazione non secondaria di uno dei tanti problemi dell’Italia d’oggi. Mi disse Trigano: “Vedo dappertutto in Italia mascelle tese, vedo dappertutto un’assenza della cultura della gioia. È come se il carisma della gioia insieme a quello della cultura e dell’imprenditorialità stia perdendo quota”.

Ebbene, io credo che il nostro paese imboccherà la strada del successo individuale e collettivo se noi torneremo a innamorarci. Se torneremo a innamorarci delle sue bellezze ambientali e culturali uniche al mondo. Se torneremo a innamorarci dell’intelligenza e dell’educazione di noi cittadini:

Non v’è lavoro, non v’è capitale che non cominci con un atto di intelligenza

sottolineava Carlo Cattaneo in Scritti economici.

Se torneremo a innamorarci dell’impegno civile e politico, perché le responsabilità individuali diventino responsabilità e progetto collettivo. Se torneremo a innamorarci dell’informazione, della curiosità che nutre il viaggio e del viaggio che nutrendoci ci cambia. Se torneremo a riconoscere nelle storie e nella storia quel sentire che è gesto quotidiano, cibo e parola.

Questa è la ragione che mi ha spinto a far nascere Giannella Channel e che mi incoraggia, visti i lusinghieri risultati dell’anno appena concluso (+106% di crescita, 604 mila visitatori: fonte Google Analytics) a continuare su questa strada. (s.g.)

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Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog che vuole essere una bussola verso nuovi orizzonti per il futuro, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”, “Guida ai paesi dipinti di Lombardia”, “In viaggio con i maestri. Come 68 personaggi hanno guidato i grandi del nostro tempo” e, a quattro mani con Maria Rita Parsi, “Manifesto contro il potere distruttivo”, Chiarelettere, 2019), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).