Premio Letteratura d’impresa 2024, a Bergamo vince Salvatore Giannella con la biografia di Michele Ferrero

testo della redazione di Bergamo News

Bergamo, 9 novembre 2024 – È Salvatore Giannella con “Michele Ferrero. Condividere valori per creare valore” (Salani) ad aggiudicarsi, nel corso del Festival Città Impresa a Bergamo, il Premio Letteratura d’Impresa 2024. Il Premio, giunto alla quarta edizione e promosso da ItalyPost, Fine Foods & Pharmaceuticals, Manini Prefabbricati e auxiell, ha lo scopo di favorire una crescita culturale, promuovendo una moderna cultura d’impresa in grado di stimolare lo sviluppo del tessuto industriale italiano ed in particolare delle piccole e medie imprese, nel rispetto di un’etica condivisa da tutti, imprenditori e manager, lavoratori e stakeholder, ciascuno per il proprio ruolo e le proprie responsabilità.

 

Questo pomeriggio si è tenuta la cerimonia di premiazione che si è svolta presso l’Auditorium Ermanno Olmi alla presenza di Giuseppe Morici, vicepresidente Gruppo Feltrinelli, con i saluti di Riccardo Pavanato, amministratore delegato e partner di auxiell & euxilia, Anna Rita Rustici, direttore marketing di Manini Prefabbricati, e Gabriella Prunotto, HR director di Fine Foods & Pharmaceuticals. A seguito del voto espresso dalla Giuria dei Lettori composta da 250 lettori arrivati da tutta Italia (201 i voti validi), che hanno partecipato alle presentazioni delle 5 opere finaliste durante le tre giornate del Festival Città Impresa a Bergamo, a vincere con 57 voti è il volume di Salvatore Giannella con “Michele Ferrero. Condividere valori per creare valore” (Salani), che racconta la biografia del grande imprenditore piemontese a partire dal suo lato umano oltre che imprenditoriale e che si aggiudica anche la menzione speciale di auxiell.

Segue nella classifica finale Simona Baldelli con “Il pozzo delle bambole” (Sellerio) che ha raggiunto 54 preferenze e ha ricevuto la menzione speciale di Manini Prefabbricati. Sul terzo gradino del podio sale Marco Bentivogli con “Licenziate i padroni. Come i capi hanno rovinato il lavoro” (Rizzoli) con 44 voti, aggiudicandosi anche la menzione speciale di Fine Foods & Pharmaceuticals.

Più staccato a quota 31 preferenze Giuseppe Lupo con “La modernità malintesa. Una controstoria dell’industria italiana” (Marsilio), a cui è stata assegnata anche la menzione speciale di Confindustria Bergamo. Chiude con 15 voti Sebastiano Mondadori con “Verità di famiglia. Riscrivendo la storia di Alberto Mondadori” (La nave di Teseo) che si aggiudica anche la menzione speciale di Confindustria Lombardia.

 

Il Premio, vinto lo scorso anno da Alessandra Selmi con “Al di qua del fiume. Il sogno della famiglia Crespi” (Nord), si conferma come uno dei più significativi riconoscimenti nel panorama culturale italiano dedicati alla narrazione d’impresa. Il Premio Letteratura d’Impresa si distingue nel panorama culturale italiano per la sua missione di promuovere una nuova narrazione del sistema produttivo nazionale, ponendo particolare attenzione alla qualità della scrittura e all’analisi delle peculiarità del tessuto imprenditoriale italiano. Il riconoscimento nasce dalla convinzione che sia necessario costruire un ponte tra il mondo della letteratura e quello dell’impresa, favorendo opere che sappiano raccontare con efficacia narrativa le storie, i valori e le sfide del sistema industriale italiano. L’obiettivo è duplice: da un lato, stimolare una produzione editoriale di qualità sui temi della produzione, del lavoro e dell‘innovazione; dall’altro, promuovere una moderna cultura d’impresa che sappia coinvolgere tutti gli stakeholder – imprenditori, manager, lavoratori e territori – nella costruzione di un futuro sostenibile e condiviso. Il Premio Letteratura d’Impresa 2024 tornerà il prossimo anno con la quinta edizione.

 

Il titolo vincitore: opera e autore.

 

Libro
Le intuizioni geniali, la visione internazionale, la capacità di ascoltare gli altri. L’attenzione certosina alla qualità dei prodotti, alle esigenze dei consumatori, al benessere dei dipendenti. L’invenzione di sistemi di produzione innovativi. L’amore per la famiglia e per la sua terra. La grande riservatezza e l’umiltà. La cura verso i valori umani, la responsabilità sociale. Michele Ferrero – il papà della Nutella e di decine di altre delizie amate in ogni angolo del pianeta – è stato non soltanto uno dei più grandi imprenditori italiani. È stato l’artefice di un modo di fare impresa che ha messo al centro la persona, secondo il motto ‘lavorare, creare, donare’. Ha imparato le basi artigiane dal padre Pietro, l’importanza dell’organizzazione commerciale dallo zio Giovanni, il senso dell’azienda dalla madre Piera, che negli anni Quaranta riuscirono a trasformare una pasticceria di Alba in una fabbrica. Subentrato al padre, scomparso prematuramente nel 1949, ha guidato l’azienda – con il sostegno costante della moglie Maria Franca – verso una crescita esponenziale. La Ferrero ha varcato i confini nazionali fino a diventare, anno dopo anno, una delle aziende più importanti e più apprezzate a livello globale. Un vero mito. Come si racconta la vita di un uomo che si è tenuto sempre lontano dai riflettori, lasciando parlare unicamente il proprio lavoro? Giannella ci è riuscito intervistando decine di persone che hanno vissuto fianco a fianco con ‘il signor Michele’. Ne è uscito un ritratto entusiasmante, che ricostruisce i traguardi storici di un’avventura inimitabile.

 

Autore
Salvatore Giannella (Trinitapoli, nel Tavoliere pugliese, 1949) ha una lunga carriera giornalistica, iniziata negli anni Settanta con il settimanale Oggi. È stato direttore di Genius (Gruppo L’Espresso,1984), dell’Europeo (Rizzoli, tra il 1985 e il 1986), di Airone (Giorgio Mondadori, dal 1986 al 1994) e di BBC History Italia (Sprea editore). Tra i riconoscimenti ricevuti, il premio Zanotti Bianco, consegnatogli al Quirinale da Sandro Pertini, e nel 2007 la medaglia d’oro del comitato scientifico internazionale del Centro Pio Manzù presieduto da Mikhail Gorbaciov. Paulo Coelho lo ha definito ‘cronista della luce’. []

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