
L’INFANZIA DEI GRANDI. NICCOLò COPERNICO,
IL RAGAZZINO CHE HA TOLTO
LA TERRA DAL CENTRO DELL’UNIVERSO
QUANDO I GRANDI ERANO PICCOLI (19)
testo di Luca Novelli* per Giannella Channel

Abstract & Beginning
A: THE CHILDHOOD OF THE GROWN. NICHOLAS COPERNICUS, THE LITTLE BOY WHO TOOK THE EARTH FROM THE CENTER OF THE UNIVERSE
B: WHEN GREAT PEOPLE WHERE SMALL
La Chiesa è stata spesso nemica delle scienze. Ricordando Galileo è difficile pensare il contrario. Ma, a guardar bene, gran parte delle rivoluzioni scientifiche sono state innescate da scienziati fortemente credenti. Charles Darwin era un prete mancato, come pure Alessandro Volta. Gregorio Mendel era un abate agostiniano. Lazzaro Spallanzani, demolitore della Generazione Spontanea e padre della Fecondazione Artificiale. indossava l’abito talare dall’età di otto anni. Persino la Teoria del Big Bang è stata proposta da un sacerdote cattolico, il belga Georges Henri Joseph Édouard Lemaître. Prima di tutti, il prete cattolico polacco Niccolò Copernico ha letteralmente rivoluzionato l’antica concezione dell’universo, togliendo la Terra dal centro del cosmo, contraddicendo non solo la Chiesa, la Bibbia, Aristotele e Tolomeo, ma anche la percezione della gente comune.
Prete da bambino. Niccolò Copernico nasce il 19 febbraio del 1473 nella città di Toruń, sul fiume Vistola, a metà strada tra Varsavia e Danzica, il grande porto sul mar Baltico. Niccolò nasce alle 4 e 48 di notte. Gli viene subito fatto l’oroscopo: è del segno dei Pesci. Lo aspetta una vita interessante. Sarà cauto, curioso e geniale. Le stelle saranno dalla sua parte. È battezzato con lo stesso nome di suo padre, Niccolò, ricco mercante di rame, di lingua tedesca, originario della Slesia. Sua madre, Barbara Watzelrode, appartiene alla nobiltà della città di Toruń. Le due famiglie hanno combattuto i Templari, piccoli e grandi feudatari che ancora spadroneggiano nelle provincie intorno.
Papà Niccolò muore giovane. Sarà lo zio Lucas Watzelrode a occuparsi degli orfani, ovvero del piccolo Niccolò, del fratello minore Andreas e delle due sorelle più grandi Barbara e Katerina. È Watzelrode, futuro principe-vescovo dalla provincia di Warmia, che decide il futuro di tutti.
Un mondo fermo. Niccolò si considera prussiano, devoto alla Chiesa di Roma e protetto dal re di Polonia. In casa parla tedesco, polacco, lituano e il russo non manca nelle strade di Toruń. Nella cattedrale della vicina Wloclawek, un sacerdote gli insegna a leggere e scrivere in latino. Nel suo tempo è una lingua passe-partout come oggi è l’inglese. Gli sarà utilissima nei suoi soggiorni in Italia.
Ha pochi libri a disposizione. Sono oggetti preziosi che non si danno in mano ai ragazzini. Alcuni sono persino stampati. La recente invenzione della stampa sta cambiando il mondo. I testi sono letti ad alta voce dall’insegnante. I ragazzi devono ripetere in coro. Se sbagliano sono bacchettati. Sono libri che parlano ben poco di scienza, solo un po’ di matematica e geometria. L’astronomia è quella che insegnava Tolomeo più di mille anni prima.
L’idea di guardare il cielo di notte quando è sgombro da nubi nasce dentro il suo cuore. Le stelle che brillano lassù per la maggior parte dei suoi contemporanei sono angeli e santi. E tutto e tutti, come sembra faccia anche il Sole, ruotano attorno alla Terra, bella ferma in mezzo all’universo.
Il primo libro sulle stelle. Andreas è un buon fratello per Niccolò. Sarà suo compagno di studi e d’avventure. Lo segue a Cracovia, capitale del regno di Polonia e sede una delle più antiche Università d’Europa. Qui i due fratelli devono completare gli studi per diventare canonici al servizio dello zio vescovo Watzelrode. Hanno già due posti prenotati come chierici in una delle 16 canoniche di Warmia. Niccolò farà il possibile per ritardare l’insediamento. Vuole girare il mondo e studiare stelle.
Usa tutti i suoi soldi da studente per comprare un libro costosissimo: le Tavole alfonsine! Erano state commissionate da re Alfonso X di Castiglia e León intorno all’anno 1252. Niccolò ne aveva sentito parlare e le desiderava fin da piccolo. Consentono di scoprire quando ci sarà la prossima eclissi, e dove il tal giorno ci saranno i Pianeti, il Sole, la Luna e soprattutto le costellazioni. Servono per fare gli oroscopi. Anche Copernico li farà, forse con poca convinzione, ma li farà anche lui. Nel suo tempo astronomi e astrologi sono la stessa cosa. Sono seri professionisti. Negli anni intorno al 1500 gli oroscopi servono persino ai medici!
Bella vita in Italia. La nomina a canonico viene sospesa. Niccolò tira un sospiro di sollievo. Non ha nessuna fretta di fare il prete. Convince lo zio vescovo a fargli completare di studi in Italia, a Bologna, la città con cento torri. Lo seguirà anche qui l’inseparabile Andreas. Si sosterranno a vicenda. Ufficialmente a Bologna dovrebbe studiare diritto canonico, ovvero le leggi della Chiesa. In realtà si occupa di stelle e pianeti dal mattino alla sera. Vive, come ospite pagante, nella casa del suo insegnante di astronomia e astrologia, Domenico Andrea Novara. È una bella testa di professore. Come Pitagora, Aristarco di Samo e Archimede ha dei dubbi sulla fissità della Terra. Niccolò con lui fa le sue prime osservazioni scientifiche con una balestriglia, una semplice asta graduata lungo la quale scorre un asse perpendicolare. Il cannocchiale che userà Galileo è ben lontano da inventare. Comunque è sulla terrazza di Domenico Andrea Novara che prende forma l’idea più rivoluzionaria delle scienze astronomiche.
A Bologna il giovane Niccolò respira una certa aria di libertà, ma impara anche a essere cauto. Il Tribunale dell’Inquisizione è attivo da più di due secoli. Gli imputati accusati di “commercio col demonio” spesso sono solo artisti non conformisti e giovani stranieri, come lui.
Bruciata viva. Niccolò lo sa. L’Inquisizione utilizza la tortura per estorcere le confessioni. Sotto tortura si confessa di tutto, come è accaduto a Gentile Budrioli, torturata e arsa sul rogo. Semplicemente praticava l’arte medica e l’astrologia. Nel luglio del 1498 in piazza San Domenico l’Inquisizione la brucia come strega.
Centinaia di bolognesi e studenti assistono all’esecuzione, resa più spettacolare con gli scoppi della polvere da sparo gettata nel fuoco. Niccolò guarda la strega bruciare. Per certe idee che ha in testa potrebbe finire bruciato così. Così quando un paio di anni dopo, a Roma, tiene una conferenza sul moto della Luna, del moto della Terra non fa cenno. Alla conferenza- spettacolo è presente anche il giovane Michelangelo, alti prelati e nobili curiosi. Sono tutti a Roma per il Giubileo dell’anno 1500, convocato da papa Alessandro VI, al secolo Cesare Borgia, il papa più chiacchierato della storia. Il Rinascimento è nell’aria e ha contagiato l’Europa, ma nell’aria romana ci sono anche i primi germi della Riforma e della Controriforma

Ritratto del polacco Niccolò Copernico (1473-2543). Studiò a Bologna (con Domenico Maria Novara, già celebre astronomo), a Padova (con Fracastoro e Gaurico) e a Ferrara (con Giovanni Bianchini).
Le idee sovversive di Copernico si troveranno al centro di una tempesta perfetta, che costerà la vita a Giordano Bruno e metterà sotto processo Galileo Galilei. []
Con parole sue
frasi celebri di Copernico
• “La saggezza della natura è tale che ella non produce niente di superfluo o inutile”.
• “In mezzo a tutto dimora il Sole, lampada del mondo”.
• “L’Universo è stato forgiato per noi da un Creatore supremamente buono e ordinato”.
• “Fermo, Sole, non muoverti!”
• “La massa massiccia della Terra in realtà si riduce a insignificanza rispetto alle dimensioni dei cieli”.