INVITO ALLA VISITA NELL'ITALIA IGNOTA: LA PICCOLA GERUSALEMME TOSCANA

A Montaione, vicino a Firenze, una cittadella di fede riproduce la Terra Santa del Cinquecento. Fu voluta da papa Leone X per consentire ai cristiani un pellegrinaggio alternativo

testo di Antonio Lopez* per Giannella Channel

Nei verdi boschi di Montaione, delizioso borgo medievale a una cinquantina di chilometri a sud-ovest da Firenze, c’è un’angolo di Toscana ai più ignoto ma ricco di storia, arte e natura rigogliosa. Sulle colline ammantate di querce, cipressi e abeti che al confine della provincia di Pisa troneggiano sulla Valdelsa fiorentina, come una manciata di candidi dadi lanciati sul panno verde sorprende una cittadella di cappelle e tempietti dal nome assai impegnativo: “Gerusalemme di San Vivaldo”. Il complesso costruito dai frati minori di San Francesco in origine era costituito da 34 cappelle e fu realizzato in pochi anni ai primi del Cinquecento, quando la Terra Santa era preclusa ai cristiani perché occupata dagli Ottomani, e consentiva ai credenti una valida alternativa per il  loro pellegrinaggio di fede: lo testimonia la bolla papale di Papa Leone X del 1516 che concedeva la stessa indulgenza che si guadagnava a Gerusalemme a chi si recava in preghiera a San Vivaldo.

“Questo luogo e un luogo speciale”, spiega  Guido Mariotti, 39 anni, guida del comune di Montaione. “Esso rappresenta uno degli esempi più significativi di riproduzione dei luoghi di Terra Santa in Occidente, a scopo di pellegrinaggio sostitutivo. Per decenni  la tradizione medievale del pellegrinaggio a Gerusalemme era impossibile per la caduta della Palestina in mano musulmana. Per questo i francescani, già custodi del Santo Sepolcro e qui insediatisi con una sede conventuale, costruirono nel bosco un borghetto di cappelle e tempietti,  affinché di vicino e di lontano vi si potesse accorrere e compiere simbolicamente il proprio pellegrinaggio”. 
Complessi analoghi si trovano nell’Italia settentrionale (come il Sacro Monte di Varallo Sesia, in provincia di Vercelli)  e in Europa, ma nessuno riproduce con tanto rigore filologico la topografia della Gerusalemme del tempo. 
L’ideazione della cittadella toscana si deve a un francescano, fra’ Tommaso da Firenze, e fu realizzata con gli edifici disposti nel bosco secondo un ordine che riproduce in scala ridotta la planimetria della Gerusalemme del Cinquecento, nei pressi dell’antica chiesa di Santa Maria in Camporena. Questo tempio contadino era legato al culto dell’eremita Vivaldo, all’anagrafe Vivaldo Stricchi, qui morto in solitudine contemplativa nel 1320 nel cavo di un tronco di un vecchio castagno che aveva eletto a sua dimora: si racconta che dopo la sua morte l’albero sia scomparso per l’ansia dei numerosi devoti di trarne delle reliquie. Oggi le spoglie del santo sono custodite nella chiesa della Gerusalemme toscana che prende il suo nome. 
“Fra Tommaso scelse il luogo con estrema accuratezza, adottando l’orientamento astronomico di Gerusalemme e non quello locale”, chiarisce Mariotti.  “Lui aveva identificato a est del convento una valle boscosa, che somigliava alla valle di Giosafat; più a sud un rilievo era ideale a rappresentare il Monte degli ulivi; a nord, un ripiano naturalezze era simile alla spianata del Tempio, mentre poco più in là, una collinetta, veniva a formare il Monte del calvario”. 

FOTOGALLERY

La cittadella della fede e tappe dell’itinerario

Stupende sono le terrecotte che arredano le cappelle, altorilievi modellati con pittura a freddo, opera della nota bottega fiorentina di Giovanni Della Robbia con il contributo di maestri dell’epoca, quali Agnolo di Polo e Benedetto Buglioni.  “Le cappelle sono l’espressione di una architettura povera ma sorretta da elementi squisitamente classicheggianti. Esse recano all’interno originali arredi policromi in terracotta ispirate alla vita e alla passione di Gesù, un corpus scultoreo  che costituisce uno dei momenti più interessanti della storia delle terrecotte toscane del ‘500”, aggiunge la guida. E puntualizza: “Le decine di abitanti immobili che popolano le cappelle, con i loro volti scavati, la mimica pronunciata e le vesti policrome accolgono il visitatore come in un grande teatro sacro e, sia esso o no devoto, lo accompagnano in un viaggio di meditazione. Un viaggio attraverso la bellezza di un’arte autenticamente popolare, di cui gli studi convergenti di storici, archeologi e antropologi ci consentono oggi di comprendere e interpretarne il messaggio”. 
Grandi pannelli agli ingressi della Gerusalemme di San Vivaldo individuano sua una mappa topografica le 18 tappe dell’itinerario religioso: 1 Monte Sion con cappelle del Cenacolo, della Pentecoste e dell’incredulità di San Tommaso. 2 Casa di Anna. 3 Casa di Caifa. 4 Annunciazione. 5 Fuga in Egitto. 6 Casa di Simone Fariseo. 7 Casa di Pilato con l’edicola di Ecce homo. 8 Andata al Calvario (nella foto d’apertura, Ndr). 9 Madonna dello spasimo. 10 Pie donne. 11 Santa Veronica. 12 Carcere di Cristo. 13 Calvario con edicola dello Stata mater. 14 Santo Sepolcro. 15 Noli me tangere. 16 San Giacomo il minore. 17 Pozzo della Samaritana. 18 Ascensione. Nel percorso di visita sono presenti pannelli in prossimità di ogni cappella, che riportano un’immagine dell’opera interna e una breve descrizione didascalica. Il tutto rende facile la visita a questa inaspettata cittadella della fede per un weekend ricco di arte e natura.[]
 
INFORMAZIONI UTILI
Contatti: Gerusalemme di San Vivaldo, Loc. San Vivaldo, 50050 – Montaione (FI), tel. +39 0571 699255 / 699267, sito: www.comune.montaione.fi.it, e-mail: turismo@comune.montaione.fi.it
Orari: stagione estiva (dal 1° aprile al 31 ottobre) da lunedì a sabato (dalle ore 15.00 alle 19.00), domenica e festivi (dalle ore 10.00 alle19.00); stagione invernale
(dal 1° novembre al 31 marzo) tutti i giorni (dalle ore 14.00 alle 17.00). Aperture e visite guidate tutto l’anno per gruppi di minimo 10 persone su prenotazione.
Biglietti: singolo con visita guidata (intero 5 euro, ridotto 4 euro); cumulativo con museo civico (intero 6 euro, ridotto 4 euro).

ANTONIO LOPEZ (Margherita di Savoia, 1957) è giornalista professionista, fotoreporter, coautore televisivo e di documentari, divulgatore scientifico e autore di saggi, enciclopedie e guide illustrate. Esperto di natura, itinerari, viaggi, ambiente, alimentazione, economia quotidiana e storia antica. Vive con la moglie sulle colline fiorentine.

È nei primi Anni Ottanta tra i fondatori di Legambiente in Puglia; dal 1978 al 1988 è impiegato della Salina di Stato di Margherita di Savoia, in Puglia, e nel febbraio del 1989 viene chiamato a Milano dal direttore Salvatore Giannella nella redazione del mensile Airone di Giorgio Mondadori Editore; dove lavora fino al dicembre del 2021. Dal 1993 è iscritto nell’Albo dei giornalisti della Lombardia. In oltre trent’anni di attività professionale realizza centinaia di reportage e inchieste giornalistiche in Italia a e all’estero. E pubblica una trentina di libri, tra saggi e guide illustrate.
Dal 2004 fa parte del Comitato scientifico dell’International Academy of Environmental Sciences di Venezia, presieduta dal Premio Nobel Adolfo Maria Pérez Esquivel e dal professor di Diritto Ambientale Internazionale Antonino Abrami,  già giudice della Corte d’Appello della città lagunare.

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