Gli Stati Uniti d'Europa: sogniamoli e realizziamoli così, caro Benigni, o si va verso l'umiliazione
testo di Paolo Occhipinti* per Giannella Channel
Abstract & Beginning
La copertina del libro “Il sogno”, di Roberto Benigni con Michele Ballerin e Stefano Andreoli, Einaudi, 140 pagine, 15 euro.
La prosa di Benigni seduce con la contagiosa ingenuità dei suoi monologhi televisivi. Non si ride, perché troppo serio è l’argomento, ma ci si innamora della creatura appena nata, che si comprende destinata a luminoso futuro. Nel raccontarne la crescita il tono si fa però meno entusiastico, e il finale, che coincide con i giorni d’oggi, si vena di pessimismo se non di rassegnazione.
Il sogno sembra infrangersi di fronte alla cruda constatazione che negli ultimi venticinque anni, dopo la benemerita adozione di una moneta comune, l’Europa, pur acquisendo nuovi adepti, ha fatto ben pochi passi.
L’Europa è diventato un sogno proibito? Confesso che mi aspettavo da Benigni un finale diverso. Che mi raccontasse della nuova Europa che parla la stessa lingua, ha lo stesso sistema scolastico, lo stesso esercito, le stesse tasse, le stesse leggi. Lo so, è un’Europa che non esiste. Ma incominciamo a sognarla!
DUE, TRE COSE DA CORREGGERE PER REALIZZARE IL SOGNO DELL’UNIONE EUROPEA
(E UNA REALTA’ BELLISSIMA: L’ERASMUS)
Un diamante che non vale niente. Davanti a noi europei sta l’ultimo muro, l’ultimo sforzo da compiere. Basterebbe una riforma dell’Unione Europea, la modifica di qualche articolo dei trattati: si potrebbe fare in un anno, due al massimo per cambiare le cose. Per esempio, ve ne dico una, ma una grossa: il Parlamento europeo-
Il Parlamento europeo è qualcosa di unico e meraviglioso. E’ il grande cuore della democrazia europea. Una cosa bellissima, mai vista prima. Un vanto per tutti noi! Però ancora non ha i poteri che spettano a un parlamento, e questa è un’altra cosa che nessuno dice mai, e invece va detta, va gridata!
Proprio nelle materie più importanti – di politica estera e politica economica – il Parlamento europeo non ha poteri. Ma lo sapevate i deputati possono discutere e dire la loro, magari esprimono un parere a maggioranza, ma questo parere resta un parere, un’opinione, non conta nulla. Perché i deputati non hanno potere.
E’ come avere un diamante da duemila carati che però non vale niente. Uno dice: “Allora è falso”. No, è vero. E’ vero ma non vale niente! Noi, con il nostro Parlamento, abbiamo un diamante vero che non vale niente, che non ha potere!
E invece sapete chi ha davvero il potere? Il Consiglio europeo! Il Consiglio europeo dove siedono i capi di governo di tutte le nazioni. Sono sempre loro, i governi, che prendono le decisioni politiche importanti, preoccupandosi solo dei loro interessi e spesso litigando come fanno i bambini (“Questo è mio!, “No, l’ho visto prima io!”, “Dammelo!”, “Lascia!”, “Lo voglio io”). Per i loro interessi particolari, dico, e non per l’interesse di tutti, degli europei!…
Bisogna dare più potere al Parlamento, perché così si darebbe più potere ai cittadini europei, a noi! E invece per i membri del Consiglio europeo il parere del Parlamento, in economia in politica estera, non conta nulla e questo è inaccettabile perché, lo ripeto, siamo noi che l’abbiamo votato: è l’unico organo dell’Unione a essere votato dai cittadini, democraticamente. Ma per loro non conta nulla! Quindi è come se dicessero che noi non contiamo nulla per loro.
Poi si sente dire che la gente è scettica, che non ha fiducia nell’Unione Europea… Per forza! Se non ti senti rappresentato, se vedi che non conti nulla, come fai ad avere fiducia? E’ una cosa brutta, questa, no?
Lo scoglio dell’unanimità. Ora ve ne dico una ancora più brutta, la più brutta di tutte, proprio la più sbagliata, la più grossa. Talmente grossa che è quasi comica: il diritto di veto. Terribile! Una cosa da non credere. Qualcuno potrebbe chiedere: “che è il diritto di veto?”. E’ un divieto, uno che ti vieta di fare una cosa.
Oggi in Europa le decisioni più importanti vengono prese dal Consiglio europeo dove si riuniscono i capi di governo dei paesi membri e dove si decide all’unanimità. All’unanimità! Lì, nel Consiglio europeo, quando si deve prendere una decisione importante, bisogna che tutti siano d’accordo, proprio tutti, dal più grande al più piccolo. Il diritto di veto è questo, funziona così: se uno solo dice “, a me non va bene”, toc! Si ferma tutto. E infatti siamo quasi sempre fermi, lo vedete, no? Lo sappiamo, lo vediamo continuamente.
Però non crediate che sia solo un dettaglio tecnico. Macché! Sarebbe un errore gravissimo. Attenzione: questa cosa del veto è cruciale, decisiva! Dipende tutto da questo. Uno dice; “Vabbe’, ci penseremo, adesso ci sono problemi più importanti…”. No! Sbagliato! Perché se non si risolve quel problema lì poi non si può fare nulla…
Per esempio qualche anno fa si doveva decidere una cosa del Consiglio europeo, una questione importante. Erano tutti d’accordo ma Cipro, che è uno Stato membro, ha votato contro: “Fermi tutti, non si poteva più andare avanti: Cipro non voleva! Io sono andato a vedere, ho cercato su Internet quanti abitanti fa la Repubblica di Cipro: 1.400.000 scarsi. I cittadini dell’Unione Europea sono quasi 500 milioni. Ho fatto anche il calcolo, ero curioso… insomma. Lo 0,2% degli europei ha bloccato tutto. Quasi 500 milioni di cittadini fermi ad aspettare perché Cipro non era d’accordo. Strepitoso!…
Ecco, questo è il diritto di veto. E proprio da questo dettaglio, che non è un dettaglio, da questo suo modo assurdo di funzionare deriva la debolezza dell’Unione Europea nel mondo, che è clamoroso. Il fatto che quando ci confrontiamo con le altre grandi potenze noi europei siamo un peso piuma, siamo irrilevanti, non contiamo, o contiamo pochissimo. Noi che siamo la terra della libertà e della democrazia, chele abbiamo inventato e portati al massimo sviluppo.siamo più deboli delle grandi dittature che oggi pretendono di governare il mondo.
E poi c’è l’esercito, la questione della difesa che è legata alla questione della politica estera. Perché è chiaro che se hai 27 politiche estere europee, con il diritto di veto che paralizza tutto, puoi anche avere l’esercito più grande del mondo, ma non lo puoi usare. E’ quello che Spinelli spiegava così bene a De Gasperi…
Adesso in Europa abbiamo 27 eserciti diversi, 27 piccoli eserciti che da soli non non saprebbero difendersi da nessuno, con armi ed equipaggiamenti diversi, strutture diverse, strategie diverse e così via. Pensate come sarebbe logico invece avere un esercito unico, la difesa comune europea!
L’avrete già sentito dire, no? Se ne parla spesso negli ultimi tempi: Ma quanto sarebbe più efficiente un esercito unico, con un solo comando, un unico Stato maggiore, un bilancio per finanziarlo e tutto il resto! Come negli Stati Uniti! Ci pensate se gli americani avessero 50 eserciti diversi? Viene da ridere.
E quanti soldi si risparmierebbero in Europa! Si è fatto anche il calcolo, eccolo qui: fino a 100 miliardi di euro risparmiati ogni: 100 miliardi! Invece nell’Unione Europea ancora oggi abbiamo 27 eserciti: un costo enorme, inutile, che potremmo evitare. E adesso si parla pure di aumentare le spese per la difesa, di spenderci più soldi. Ma fate l’esercito europeo, invece, così risparmiamo addirittura, e siamo più forti!…
Una cosa bella: l’Erasmus. Eppure volete sapere, tra le tante cose belle che ha fatto l’Europa, una cosa ma proprio bella? V lo dico in inglese European Region Action Scheme for the Mobility of University Students. Così non si capisce bene, vero? Ma se seguite l’acronimo, le lettere iniziali di ogni parola viene fuori ERASMUS: il programma Erasmus, nato nel 1987, una delle idee più splendide, più lungimiranti che ci siano. Non c’è idea più bella per i giovani! La possibilità di studiare nelle scuole e nelle università di tutt’Europa, con il riconoscimento dei titoli di studio; il fatto, capite, che una laurea presa in Italia vale lo stesso in Francia o in Spagna, e viceversa! prima non era così, attenzione! E’ stato l’Erasmus a spalancare tutte le porte. Pensiamo a che cos’è per un giovane l’Erasmus, cosa rappresenta, quante vite di giovani europei ha già cambiato. Una miniera di opportunità, una dilatazione Lara una dilatazione prodigiosa del loro orizzonte. I giovani oggi hanno tutta l’Europa a disposizione per trovare un lavoro migliore, il compagno o la compagna più adatta, gli amici – per costruirsi una vita, insomma. Con l’Erasmus ai nostri giovani si è allargata la vita! Perché la vita non è che si può solo allungare. si può anche allargare: e qualche volta è più importante allargarla che allungarla…
E chi l’ha avuta questa idea? Voi non ci crederete, ma chi ha avuto questa semplice e grandiosa idea che ha cambiato la vita a milioni di ragazzi e ragazze, il popolo europeo vero che oggi circola tra Lisbona e Valencia, tra Catania e Stoccolma? E’ un’italiana: Sofia Corradi, soprannominata da tutti gli studenti europei Mamma Erasmus. Una donna italiana di Roma, che ha inventato una delle cose più belle al mondo, e figura a pieno titolo più le madri fondatrici d’Europa!
Ancora un momento, prego!
Il nostro addio a una grande italiana: Mamma Erasmus
testo di Francesca Cambi* per Giannella Channel
Durante gli studi in Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma, nel 1957 Sofia decise pionieristicamente di andare a studiare negli Stati Uniti, con la prestigiosa borsa di studio Fulbright. Alla Columbia University sostenne un master in Diritto comparato ma, tornata in Italia, si vide rifiutare il titolo sostenuto. La rabbia per quel rifiuto fu l’atto nascente del progetto Erasmus.
Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, fu nominata consulente della Conferenza dei Rettori italiani e in quel ruolo mise a punto un memorandum che proponeva il riconoscimento dei periodi di studio all’estero. Scalfendo l’inerzia che caratterizzava le università italiane e superando le difficoltà legali e amministrative, con grande caparbietà a partire dal 1967 espose la sua idea a rettori e ministri. Nel 1976 l’allora Comunità europea approvò il progetto pilota che divenne definito undici anni dopo, nel 1987, e rifinanziato nel 2014 come Erasmus Plus.
Ispirandosi ai viaggi di formazione dei grandi pensatori dal Medioevo al Rinascimento, la Corradi tornava a dare lustro e a regolamentare quello scambio culturale che avrebbe reso l’Europa più vicina e accessibile ai giovani. Per permettere a tutti di poter sostenere un’esperienza, altrimenti onerosa, i primi studenti italiani potevano usufruire di una borsa di studio da 2 milioni di lire per un intero anno accademico.
Tra i premi e i riconoscimenti ricevuti, il più prestigioso è stato il premio europeo Carlo V per il suo contributo all’integrazione europea, seconda donna dopo Simone Veil. Durante la cerimonia Sofia Corradi disse: “Ogni volta che un giovane studia in un Paese diverso, si costruisce un piccolo mattone della casa comune europea”.
Il suo libro Erasmus ed Erasmus plus, la mobilità internazionale degli studenti universitari è fruibile gratis sul suo sito sofiacorradi.eu.
I NUMERI SUL TAVOLO
◉ 16 milioni circa i giovani coinvolti nel programma in quasi 40 anni
◉ 35 Paesi coinvolti nel progetto, inclusi tutti gli Stati membri UE (fonte: www.erasmusplus.it)
◉ I siti: www.sofiacorradi.eu e www.erasmusplus.it
A PROPOSITO: UN INCONTRO SINGOLARE, CON IL PRESIDENTE MATTARELLA,
DURANTE L’ERASMUS IN PORTOGALLO
testo di Francesca Cambi per Giannella Channel
Un gruppetto di giovani studenti italiani, passato inosservato nei tg serali che testimoniano l’evento, lo accoglie nella grande piazza dell’Università intonando l’inno di Mameli. Tra questi c’è una giovane studentessa italiana che alla fine della cerimonia riesce a salutarlo stringendogli la mano e a immortalare con i suoi scatti quell’evento speciale.
Immagini scattate da Sofia Pesciarelli in occasione della visita del Presidente
Sopra: Sofia Pesciarelli è nata a Roma il 20 febbraio del 2000 e una sua foto scattata in Portogallo.
Con una formazione artistica, diplomata in illustrazione e dopo aver iniziato un master in fotografia, sua vera passione e suo sogno professionale, ha deciso di iscriversi alla facoltà di Psicologia di Chieti per trovare “la chiave di lettura della fotografia”: un percorso anticonvenzionale per tanti, per lei un tassello aggiuntivo per costruirsi la propria strada. “Coimbra ha aggiunto un altro mattoncino alla mia esperienza all’estero e qui ho costruito legami profondi”.
Vista dal Portogallo l’Europa è un’occasione, racconta Sofia: “L’Università di Coimbra è un ambiente pulito e incentivante per i giovani, si è molto stimolati, c’è molta attenzione al singolo, ai giovani, alle attività, al gruppo, lì si tende a edificare la persona e questo crea più stimoli e nuove situazioni, possibilità di conoscere nuove culture”.
Per sua stessa natura l’Università portoghese incentiva lo scambio e “si sente molto il gruppo eterogeneo e multiculturale”. Un approccio vincente che in Italia spesso manca, soprattutto nelle piccole università, meno aperte agli scambi culturali, e “dove si tende ad essere più individualisti”, spiega Sofia.
Al fatidico tema della mancanza di attrattività del nostro Bel Paese, lei, studentessa di 25 anni con due esperienze all’estero, dice: “Manca l’opportunità ai giovani di farsi vedere per come si è, dare a tutti le giuste opportunità per crescere e mostrarsi al mondo, spesso ci sono ostacoli che bloccano l’intero processo”.
Nonostante sia la sua seconda esperienza all’estero e per sua ammissione nel viaggio stia bene e sia serena, l’Italia vista dal Portogallo “sa di casa, di calore, di condivisione di valori e di momenti, quando si va fuori ci si rende conto di quello che si dà leggermente per scontato quando lo si vive tutti i giorni”. “Mi è rimasta addosso una sensazione piacevole del mio Paese, una sensazione molto positiva della mia formazione e del posto da cui provengo, nonostante gli stimoli nuovi e sempre più veloci”.
All’estero si è creato con gli altri studenti italiani un senso di comunità e di comunione, racconta: “quando si parla dell’Italia c’è sempre quel filo di nostalgia bella, la saudage dei portoghesi, ed è una bella sensazione!”
Nota: oltre alle due foto mostrate nell’articolo le altre immagini scattate da Sofia Pesciarelli in occasione della visita del presidente Mattarella sono state pubblicate sul notiziario online Noticias de Coimbra (https://www.noticiasdecoimbra.pt/estudante-em-coimbra-vive-momento-unico-presidente-italiano-sorri-e-aperta-lhe-a-mao/)
NUMERI E CURIOSITA’ SUL TAVOLO
◉ 347 è la posizione dell’Università nel QS World University Rankings 2026
◉ A Coimbra c’è anche una biblioteca abitata da una colonia di pipistrelli, a questo link info in più: https://www.ilpost.it/2024/09/11/biblioteca-joanina-pipistrelli-coimbra-portogallo/
◉ L’intervento del Presidente Mattarella a Coimbra è qui: https://www.quirinale.it/elementi/131854
Un ringraziamento speciale all’Università di Coimbra, nella persona di Claudia Placido della Divisione di Relazioni Internazionali, per la collaborazione prestata.