Faccia a faccia con Salgado, il fotografo che porta in mostra l'Amazzonia a Milano

Le parole e gli occhi – Reprint

testo di Salvatore Giannella

Faccia a faccia con Salgado, il fotografo che porta in mostra l'Amazzonia a Milano

Le parole e gli occhi – Reprint

testo di Salvatore Giannella

 

Sebastiao Salgado e Lèila WanickDopo Forlì, Milano, Roma, Londra, Rio de Janeiro e Toronto (dove le sue mostre hanno illuminato con 250 immagini di “Genesi”, il patrimonio unico e prezioso del nostro mondo, in bianco e nero) il celebre fotoreporter brasiliano Sebastiao Salgado sbarca nuovamente in Italia, questa volta a Milano, con la sua Amazzonia (dal 12 maggio al 19 novembre 2023, negli spazi della Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4. Altre info: salgadoamazonia.it)

Dopo aver esordito nel 1973 con il primo di una lunghissima serie di reportage (dedicato alla siccità nel Sahel) e lasciato l’agenzia Magnum di Parigi (città dove risiede da anni), Salgado con la moglie Lèila Wanick (foto) ha creato Amazonas Images che nel corso degli anni gli ha consentito di progettare e realizzare lunghi racconti che sono diventati pietre miliari nella storia della fotografia.

Brasile, 2009.

Sciamano Yanomami dialoga con gli spiriti prima della salita al monte Pico da Neblina. Stato di Amazonas, Brasile, 2014.

Giovane donna Ashaninka. Acre, Brasile, 2016.

Ho accolto molti lavori di Salgado negli anni in cui dirigevo il mensile Airone e ho incontrato Salgado in un faccia a faccia nel 2000 a Rimini, nel corso delle Giornate internazionali di studio del Pio Manzù intitolate “La bussola di Sindbad. Geografie umane del dialogo: onorare la saggezza, arricchirsi con le diversità”. Nel Teatro Novelli, come moderatore della serata, gli avevo posto alcune domande sul suo lavoro, su quali consigli avrebbe dato ai giovani che volevano seguire le sue tracce e che cosa avrebbe fatto, lui, se fosse diventato segretario generale dell’Onu. Qui i brani centrali delle sue risposte.

Sebastiao Salgado con Salvatore Giannella, Giornate Internazionali di Studio del Centro Pio Manzù (2000).

Consigli agli aspiranti fotoreporter

“Studiare, leggere moltissimo, almeno due quotidiani al giorno, iscriversi a una scuola, studiare le scienze sociali, se vuole vivere sull’onda della storia, cercare di seguire quello che è significativo nella storia”.

Isole South Sandwich, 2009.

Sediamoci e cerchiamo insieme soluzioni

“Ho osservato molte cose della famiglia umana, per anni e in varie parti del pianeta. Credo di essere una delle rare persone che abbiano veramente visto, perché mi sono mosso, sono andato un po’ dappertutto e l’informazione che ho raccolto è stata un’informazione vissuta, concretizzata poi dall’obiettivo. Non è un’informazione letta e trasmessa. Ho guardato e visto mole cose e in tutta sincerità non posso offrire soluzioni, non so veramente quale sia la soluzione. Se dovessi fare qualcosa personalmente, proporrei di fermare tutto e di sedersi per parlare assieme e cercare di trovare assieme delle soluzioni.

Ho visto molti aiuti di emergenza che arrivavano, persone che soffrivano la fame e che ricevevano da mangiare e poi tutti se ne andavano. Avevano comprato l’eccedenza agricola da noi, pagato la nave e il camion, dato da mangiare e poi basta.

Kafue National Park, Zambia, 2010 (© Sebastião Salgado)

Non si è mai pensato di organizzare un aiuto per lo sviluppo a lungo termine, questo aspetto è sempre stato trascurato. Tuttavia, la domanda che mi faccio oggi è questa: abbiamo la capacità di pensare a questo aspetto? La società è preparata a farlo? Non credo; ritengo che viviamo in una società mediatizzata. Pensiamo alle cose mediatiche, di impatto immediato, e mai a lungo termine.

Per trovare una soluzione e per riprendere quanto detto prima credo che occorra iniziare a discutere anche dei nostri problemi da subito; ad esempio, i problemi della rappresentatività in Italia, la questione dell’organizzazione di questa società.

Com’è possibile che una società come questa si comporti in questo modo? Vi faccio un esempio. Io abito in Francia. La Francia, trent’anni fa, quando sono arrivato, aveva un terzo del prodotto nazionale della Francia attuale. La Francia è quindi tre volte più ricca di quanto non lo fosse prima, ma la Francia ha tre milioni di disoccupati. Trenta anni fa la Francia non aveva disoccupati. I problemi quindi non mancano, anzi aumentano in modo incredibile.

Etiopia, 2007.

Quante donne ci sono nei nostri paesi, Francia o Italia? Qual è la rappresentatività delle donne? Quante donne sono deputate e quante donne sono sindaco e quante rivestono incarichi politici? Prendiamo il numero di omosessuali di questo paese; quanti ce ne sono? Qual è la percentuale? Il 6% o l’8%? Qual è la rappresentatività degli omosessuali?

Viviamo in una società in cui occorre farsi queste domande.

Penso poi che per risolvere i problemi delle zone arretrate del pianeta dovremmo cominciare a risolvere i nostri problemi, nella nostra realtà. Credo che ne abbiamo il potere. Qualcuno dice di essere solo, isolato, ma non è vero. Chi non abita in una via, in un quartiere? Se ci si organizza politicamente nascerà un potere di quartiere, quindi una via d’uscita esiste. Si possono eleggere delle persone, esigere dalle persone elette; si può cominciare a lavorare in una società in cui si chiedono delle responsabilità ai dirigenti della società in cui si vive. A questo punto si chiederanno responsabilità a tutti i livelli della società”.

Penisola di Valdés, Argentina, 2004.

Se fossi chiamato alle Nazioni Unite

“Se io fossi Segretario generale dell’ONU, proporrei di fermare tutto, di smettere di lavorare. Abbiamo accumulato talmente tante ricchezze nel mondo che per uno, due o tre anni potremmo smettere e riproporre tutte le domande necessarie. Occorre farlo, e parlare per favorire la redistribuzione di queste ricchezze. …I miei amici italiani di Emergency in dieci anni hanno speso dieci milioni di dollari per curare centomila persone. Si pensi che un aereo da combattimento, uno solo, costa all’incirca 80 milioni di dollari. E, sull’altro versante, abbiamo la spesa per curare centomila persone, in situazione di emergenza. Creare un ospedale costa un milione di dollari, con la manutenzione degli apparati medicali, i farmaci, per un intero anno. Tuttavia, con la spesa di un solo jet, quanti ospedali potremmo costruire? Ottanta ospedali e assicurare loro la manutenzione per un intero anno. Con la spesa di un solo jet da combattimento possiamo comprare diecimila trattori. Questa logica fa acqua.

Isola di Siberut, Sumatra, Indonesia, 2008.

Oggi vediamo la nascita dei grandi conglomerati finanziari. In Francia, per esempio, si comprano società telefoniche un po’ in tutto il mondo per venti miliardi di dollari, per trenta miliardi. Accidenti, tutti questi soldi vent’anni fa non c’erano. Da dove sono usciti? Non c’erano né in Italia né in Francia. Questo denaro è il frutto del lavoro di tutto il pianeta e adesso si concentra in poche mani e la domanda del perché viene elusa. Vediamo certi raiders sui mercati finanziari che sferrano attacchi incredibili contro le valute dei Paesi ricchi. È il caso di Soros, solo per citare un esempio tra mille. Quando Soros viene in Francia è ricevuto da tutti i media francesi come se si trattasse dio una grande personalità. Ma eticamente quest’uomo merita rispetto? Discutiamone”.

Arizona, USA, 2010.

Ecco, il testo integrale dell’interessante intervento di Salgado a Rimini (insieme a tutti quelli degli illustri oratori chiamati per quel convegno dal Centro Pio Manzù diretto da Gerardo Filiberto Dasi) lo troverete nel volume che raccoglie gli atti de La bussola di Sindbad. A me piace chiudere questa pagina di ricordi con le parole pronunciate da un ospite di quella serata, grande divulgatore e primatista nell’editoria scolastica: il fiorentino Giulio Mezzetti. Rivolto a Salgado, Mezzetti disse: “Voglio ringraziare Salgado non solo per le immagini che ci ha fatto vedere, ma anche per il messaggio che ci trasmette con la sua attività. In una società così confusa e disorientata, Salgado ci trasmette un messaggio importante, ovvero: chi fa il proprio mestiere con un certo tipo di serietà e di morale esercita una morale laica che non ha bisogno di ideologie. Ognuno di noi dovrebbe applicare a ciò che ha visto il grande messaggio che ci ha dato Voltaire nella chiusura di Candido: «Ognuno deve coltivare il proprio giardino», cioè ognuno di noi partecipa alla risoluzione dei problemi realizzando con coscienza l’attività che svolge: dato che non possiamo risolvere tutti i problemi del mondo, risolviamo quello che ci compete”.

bussola-punto-fine-articolo

Rimini, 2000 - Sebastiao Salgado con Salvatore Giannella

Sebastiao Salgado con Salvatore Giannella, Giornate Internazionali di Studio del Centro Pio Manzù (2000).

Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog che vuole essere una bussola verso nuovi orizzonti per il futuro, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”, “Guida ai paesi dipinti di Lombardia”, “In viaggio con i maestri. Come 68 personaggi hanno guidato i grandi del nostro tempo” e, a quattro mani con Maria Rita Parsi, “Manifesto contro il potere distruttivo”, Chiarelettere, 2019), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi”. Nuovi, recenti titoli: per le Edizioni Antiga, “Terra, ultima chiamata”,  “Acqua ultima chiamata”. e, con Gaetano Gramaglia, “Le vie delle donne”, dedicato alle grandi italiane che meritano l’intitolazione di una strada. E per Salani, aprile 2023, il best seller “Michele Ferrero. Condividere valori per creare valore”, la prima biografia dell’uomo simbolo dell’eccellenza italiana: l’inventore della Nutella, ai primi posti nelle classifica di vendita e cinque ristampe in un mese.  (clicca qui per approfondire)

E gli occhi curiosi e studiosi di Tommaso si posarono sulla vita lungo le acque del Tigri e dell’Eufrate

Tommaso Protti è nato a Mantova nel 1986, è cresciuto a Roma e oggi vive a Londra. Il suo interesse per i problemi sociali lo ha portato a ottenere una laurea in Scienze Politiche presso l'Università di Roma Tre nel 2010, e poi - in fotografia. Nel 2011 si trasferisce...

Gianfranco Moroldo, l’ultimo guerriero del fotogiornalismo italiano

  Tra le mura del Castello Sforzesco, a Milano, sono tornate a vivere la storia e le storie di Gianfranco Moroldo, l’ultimo guerriero del fotogiornalismo italiano e degli anni d’oro di quella professione. L’occasione è stata fornita da un lodevole...

Garfagnana, la valle
del bello e del buono
che sedusse Pascoli

Continua il lungo viaggio che facciamo in compagnia di mio fratello Vittorio Giannella, fotoreporter di natura e viaggi, alla costante ricerca di paesaggi eccellenti, cioè quelli che hanno ispirato le parole più belle di scrittori, poeti e artisti. Quei paesaggi che...

Elisa Leonelli, fotoreporter da Modena a Hollywood

Mi considero fortunata di essere nata a Modena nel primo dopoguerra, e cresciuta in una bella città di dimensione umana negli anni ‘50 e ‘60. Questo fatto, combinato con una famiglia affettuosa e gli studi classici, mi ha dato una solida base di fiducia in me stessa...

Hollywood ricorda Tonino Guerra
e a me viene in mente
quella “riga di pietra” di Olimpia
da dove partirà
la corsa di Grecia e Italia
contro la povertà ingiusta

Nella notte delle stelle a Los Angeles, il 25 febbraio 2013, tra un premio Oscar e l'altro, George Clooney nella sezione “In memoriam” ha scandito, per la miriade di star presenti, due nomi di italiani da esportazione che nel corso del 2012 ci hanno lasciati e che già...

Silvestre Loconsolo,
due occhi curiosi
sulla civiltà che sudava

CASSINA DE’ PECCHI (Milano) - C’era una volta, in Lombardia e nell’Italia tutta, una civiltà che sudava con il lavoro: su questo esercito silenzioso di uomini e donne che, faticando, hanno lottato per un futuro migliore per sé e per il progresso economico e civile...

Professione fotoreporter: Daniele, figlio d’arte in cerca dell’armonia del mondo

  A tutti i naviganti di Giannella Channel, che so curiosi per natura e viaggiatori dinamici, indico un incontro e una mostra da non perdere. L'INCONTRO. È con Daniele Pellegrini, figlio del giornalista Lino, che ha dedicato tutta la sua vita alla fotografia...

Ghigo Roli, il fotoreporter
che svela i taccuini di Dio

È una domenica piena di sole, quasi primaverile. Entro per un caffè alla ristrutturata Galleria comunale “Leonardo da Vinci”, in via Anita Garibaldi a Cesenatico. Ambiente confortevole, pochi tavolini, una piccola e sorprendente Casa del libro con volumi da leggere in...

Così il Grande Nord ha conquistato me, cronista di Roma

  Vorrei insegnare geografia. Lo vorrei fare anche se non sono uno scienziato, un ricercatore, un laureato o un professore di questa materia, abolita nelle ultime classi dei licei senza motivo di sorta. O meglio: abolita per far dimenticare alle generazioni...

Le Isole Azzorre di Antonio Tabucchi

  Comincia oggi un lungo viaggio che facciamo in compagnia di mio fratello Vittorio Giannella, fotoreporter di natura e viaggi, alla continua ricerca di paesaggi eccellenti, cioé quelli che hanno ispiratole parole più belle di scrittori, poeti e artisti. È sua la...