CHIEDO LA PAROLA: UN ALLARME PER IL GARGANO, LO SPERONE DELLE MERAVIGLIE NATURALISTICHE, E PER UN ENORME DISPENDIO DI SOLDI PUBBLICI DEL PNRR

testo di Menuccia Fontana*
fotografie di Vittorio Giannella

Abstract & Beginning

A: I ask for the word: an alarm for Gargano, the spur of wonders naturalistic, and for a huge expense of public money from the PNRR

B: Dear Director, I would like to inform you of a worrying environmental alarm. ANAS wants to build a highway that will run through the heart of the Gargano National Park. This is the new road connection between Vico del Gargano and Mattinata, currently under examination by the Ministry of the Environment and Energy Security, which will have to decide whether or not to release the necessary Environmental Impact Assessment. The work will devastate one of the most fascinating protected areas of the Italian territory and will become, if completed, yet another unfinished project in our country with an enormous waste of public money.

Caro Direttore, Le segnalo un allarme ambientale preoccupante. L’ANAS vuole costruire una superstrada che solcherà il cuore del Parco nazionale del Gargano. Si tratta del nuovo collegamento stradale tra Vico del Gargano e Mattinata, allo stato attuale all’esame del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, che dovrà decidere se rilasciare o meno la necessaria Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). L’opera devasterà una delle più affascinanti aree protette del territorio italiano e diventerà, ove realizzata, l’ennesima incompiuta nel nostro Paese con enorme dispendio di soldi pubblici. Ben 43 milioni di euro a chilometro per il primo tratto, già finanziato con 315 milioni con denaro pubblico del PNRR [il noto Piano Nazionale di ripresa e resilienza approvato nel 2021 dall’Italia per rilanciarne l’economia al fine di permettere lo sviluppo verde, tecnologico e la digitalizzazione del Paese, Ndr]. Qualora si dovesse pervenire a completare tutti e tre i tronconi stradali, dotati di numerosi viadotti e gallerie, l’infrastruttura avrebbe un costo impressionante di 1500 milioni di euro. Senza contare che in fase di cantiere, come l’esperienza tristemente insegna, i costi inevitabilmente sarebbero destinati ad aumentare. Al riguardo lo stesso Consiglio dei Lavori Pubblici nel progetto di fattibilità tecnico-economica, inoltrato al Ministero dell’Ambiente, aveva evidenziato che non esiste alcuna convenienza economico-sociale a promuovere l’investimento in quanto il progetto in questione non è ancora interamente finanziato.

Le Associazioni ambientaliste WWF, Italia Nostra e LIPU si stanno opponendo a questo scempio del paradiso mondiale delle orchidee (ne sono state contate ben 93 specie e se ne scoprono sempre di nuove: il Gargano, ricordiamolo,  è uno dei pochi luoghi a dare ospitalità al 33% dell’intera flora italiana) e hanno trasmesso al Ministero dell’Ambiente un corposo esposto denunciando i vizi di legittimità della procedura promossa da ANAS e formulando numerose osservazioni dinnanzi al Ministero dell’Ambiente.

L’ANAS ha adottato il meccanismo illegittimo e ingannevole di sottoporre a V.I.A. i primi due tronconi del progetto con espressa esclusione del terzo tratto con furbizia tutta italica sospendendo la tratta Vieste-Mattinata e limitando l’intervento alla tratta Vico del Gargano-Vieste al fine dichiarato di aggirare il divieto di realizzazione di nuove opere di mobilità all’interno della zona 1 del Parco nazionale del Gargano previsto dalle misure di salvaguardia. Tale espediente appare in stridente contrasto con la legislazione comunitaria (Direttiva 85/37/CE e Direttiva 214/51/UE) e con quella nazionale in materia di V.I.A .che non consentono l’artificioso frazionamento dell’infrastruttura, stabilendo l’obbligo tassativo di valutare l’intera opera sotto l’aspetto progettuale, strutturale e funzionale. []

*Menuccia Fontana, nata in Puglia, vive tra Roma e il Gargano, dove a metà degli anni Novanta fonda una sezione di Italia Nostra, di cui è stata anche consigliere nazionale. Convinta ambientalista, con il sociologo Sabino Acquaviva, sostenuta da Antonio Cederna, dà vita al comitato per l’istituzione del Parco Nazionale del Gargano, con cui lavora proponendo progetti finalizzati a promuovere economia e cultura: Progetto Penelope (Il ritorno degli antichi telai) e l’I.G.P. per I giardini di agrumi, paesaggio produttivo in abbandono. Autrice di un piccolo testo autobiografico “Appunti da un diario” (Claudio Grenzi Editore, Foggia) che racconta gli anni dell’impegno.

OCCHI SUL PARCO

EDEN DI ORCHIDEE

di Vittorio Giannella

ANCORA UN MOMENTO, PREGO/
di Gianluici Ceruti

Un appello dal padre della legge sui parchi

ad amministratori, scienziati e cittadini attivi

Dal 2 al 4 aprile 2025, in coincidenza con l’arrivo in redazione dell’allarme di Menuccia Fontana sopra riportato, nella tenuta presidenziale di Castelporziano (Roma), si è tenuto a cura del Wwf l’importante convegno nazionale sulle aree protette e sul loro futuro, tra minacce e difesa. Tra gli illustri relatori, anche Gianluigi Ceruti, padre della legge n. 394/1991 istitutiva dei parchi nazionali in Italia. Dal suo intervento riportiamo l’appello finale.

A conclusione del mio intervento, rivolgo un appello e un invito.

L’appello è indirizzato a tutti coloro che esercitano funzioni, a ogni livello, di gestione della cosa pubblica; l’invito è un’esortazione rivolta a quanti si adoperano quotidianamente nelle associazioni ambientalistiche riconosciute e nei gloriosi comitati locali per tutelare l’ambiente, la salute e i beni culturali per tutta la comunità.

L’appello si prefigge di ottenere che le donne e gli uomini impegnati in Italia nella vita politica considerino e valutino serenamente, traendone le relative deduzioni, come la protezione dell’ambiente – nelle sue varie accezioni – sia stata avvertita e attuata dagli uomini politici e dagli scienziati per primi come esigenza fondamentale della società umana allorquando si sono manifestati, tra 1800 e 1900, i segnali di preoccupazione per le conseguenze delle ferite alle condizioni di salubrità e di sicurezza dell’uomo, dell’intero mondo animale e vegetale, alla conservazione della morfologia e della struttura del paesaggio, provenienti dagli eccessi della rivoluzione industriale e dallo sfruttamento, spesso senza limiti, delle risorse naturali…

A conferma dell’assunto secondo cui in passato i politici, gli scienziati e altri esponenti della cultura furono particolarmente solerti e personalmente attivi nell’individuare e denunciare i fenomeni lesivi, nel prospettare e nell’introdurre i rimedi, ricordiamo che in Gran Bretagna contro l’espansione industriale incontrollata e dannosa insorsero vivacemente gli scrittori William Morris e John Ruskin e nel 1864 il presidente nordamericano Abramo Lincoln assunse personalmente l’iniziativa di un provvedimento di adeguata protezione delle ciclopiche sequoie della Sierra Nevada in California. E, sempre negli Stati Uniti, fu lo stesso presidente della Repubblica Ulysses Grant a perorare e a promuovere l’istituzione, con Act, cioè con un atto legislativo, del giorno 1° marzo 1871, del primo Parco nazionale del mondo, quello di Yellowstone; in Canada, per iniziativa personale del primo Ministro John Alexander Macdonald, fu istituito il Parco nazionale di Banff; in Italia il Ministro dell’Agricoltura, il ravennate Luigi Rava, e il deputato (per un periodo, anche sottosegretario di Stato) Giovanni Rosadi. promossero personalmente provvedimenti importanti in materia nei primi due decenni del Novecento.

Inoltre, verso la fine del 1800, sorsero e operarono incisivamente in Europa le prime Società Scientifiche e Organizzazioni di volontariato in questo settore: in Belgio la Ligue des Amis des arbres, in Francia la Ligue pour la conservation des sites pictoresques, in Italia la Società Botanica Italiana, il Gruppo Naturalistico Giuseppe Ragazzoni, la Società emiliana pro Montibus et Sylvis, in Svizzera la Ligue pour la protection de la nature.

I promotori e i componenti di queste organizzazioni furono uomini di scienza della natura e della terra di prima grandezza.

L’appello agli uomini politici dell’attuale stagione è quello di seguire le orme del passato e di considerare attentamente che i Parchi e le altre aree protette sono anche fonte interessante di reddito e di occupazione sia nelle strutture di gestione che nell’indotto del turismo naturalistico e di visita.

Quanto agli ambientalisti di oggi, l’invito che promana imperiosamente anche da questo convegno è quello di vigilare molto attentamente e di intervenire pubblicamente e tempestivamente, con correttezza di mezzi e sostanziale fermezza contro i tentativi, che certamente non mancheranno, di peggiorare una legge come quella sulle aree protette del 1991, salutata in Italia e all’estero come un traguardo prestigioso del nostro Paese e del suo Parlamento, nato dalla Costituzione. []

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