Caro Nicolò Cotto, come si diventa campione di padel? “Basta avere un occhio e tanta forza di volontà”

testo di Giorgia Giuliano*

Gioca a tennis nonostante due glaucomi. A 35 anni scopre il padel, sport di moda con la palla di derivazione tennistica. Nel 2023 un’endoftalmite all’occhio destro gli toglie 11 diottrie: «Andare dallo psicologo mi ha aiutato. Le difficoltà mi si sono rimpicciolite». E’ stato campione italiano nel 2019, riconfermato nel dicembre 2024 a Perugia. Una giovane cronista, attenta alle vite degli Altri, ci racconta il suo eroe (nella foto Padel Today)

«Quest’occhio è il mio braccio destro». La pupilla dilatata lo ascolta. È l’occhio da cui Nicolò Cotto, biellese, classe 1982, ex tennista promettente (è stato tra i primi 700 al mondo) e campione italiano di padel nel 2019, riconfermato nel 2024, non vede più dall’anno scorso. Il sinistro rimbalza leggero, anche se guarda per due. «All’inizio versavo l’acqua nel bicchiere con le dita agganciate al bordo per non rovesciarla». In campo non ha mai voluto un occhio nuovo. «Le prime volte non capivo la distanza della rete o del vetro. Mi fidavo di quello che sapevo fare».

La sua memoria muscolare erano movimenti sicuri, suggeriti dal bambino di 4 anni che aveva iniziato a giocare prima degli altri. «I corsi di mini-tennis cominciavano a 6. Intanto andavo al circolo a Biella con zio Gianni». Una sorta di primina del tennis.

Nicolò Cotto (Biella, 1982) prima di dedicarsi al panel è stato un tennista promettente, incluso nella classifica mondiale tra i primi 700.

Per gli sportivi le linee del destino non sono mai quelle di una mano: alcune dividono il campo, altre anticipano il salto. Per Nicolò Cotto erano i segni della WIP Panatta sulla guancia, una racchetta di legno che non è più tornata al suo posto. «Era nel portaombrelli di mio nonno, che ha incordato le racchette per Adriano (Panatta, ndr). Mi svegliavo ogni mattina con la pelle a quadretti», dice Nicolò che un po’ alla volta ha spuntato: la convocazione in Nazionale a 14 anni, la vittoria ai Campionati italiani juniores a 18. Sulla terra rossa non è stato sempre un gioco: prima dei problemi alla vista, una spalla rotta. E nel 2005, anche il ginocchio. «Quel dolore è stato con me per 12 anni. Del Torneo ITF Lituania F2 ricordo solo una cosa: doveva essere l’ultimo. Dopo l’università, ho ricominciato».

Deve aver trattenuto negli occhi la voglia impaziente di tornare in campo: nel 2013 la pressione intraoculare è troppo alta. Sono due glaucomi da operare. «I medici m hanno creato un foro nell’iride per far defluire il liquido che avevo accumulato. Doloroso, ma ho subito ripreso a giocare». Oltre la rete, gli occhi asciutti dei suoi avversari. Lui metteva 6 colliri.

Ciononostante non esce mai dal campo: come la pallina nel padel, sport che Nicolò scopre a 35 anni: a 37 è già campione italiano. La sua serie A prosegue nei circuiti internazionali, World Padel Tour e Premiere Padel, ma nel 2022 la pressione intraoculare è di nuovo alta. «Mi dicono che è tardi per recuperare l’occhio. La trabeculectomia è solo un tentativo, però funziona».

Sul lieto fine s’interrompe, canta Welcome To The Jungle, la pupilla dilatata vibra sul pezzo dei Guns N’Roses. «È la storia del mio occhio».

L’anno dopo, il batterio della congiuntivite infetta la cicatrice di quell’intervento, causandogli l’endoftalmite. «Nessuno aveva mai visto niente del genere. Sono tornato due volte in sala operatoria, l’ultima sperando di cambiare il cristallino. Mentre ero sotto anestesia ho sentito nominare l’olio al silicone. Ho capito che di lì in poi avrei visto per sempre annebbiato. Ho perso 11 diottrie».

Senza terapia psicologica, lo avrebbe detto con un’altra voce. «Lo psicologo ti aiuta a rimpicciolire le difficoltà, ad analizzare le situazioni da lontano. Spesso ci sottovalutiamo, con la forza di volontà si possono fare cose incredibili. Con lo sport impariamo a muovere il corpo, perché non imparare come muovere la mente?». Il 14 dicembre 2024 conferma la sua visione: Cotto è di nuovo il numero uno, vince il campionato a squadre Over al Monviso Padel Club di Perugia. Il suo occhio destro luccica. È lui il campione. Perdere la vista è stato solo un tempo di recupero.

*Giorgia Giuliano (San Giovanni Rotondo, 1994). Studi in Comunicazione, Master in giornalismo al Corriere della Sera. Ieri lavorava in pubblicità, oggi nel settore farmaceutico. Le interessa la sfera delle difficoltà mentali. Vuole raccontare gli Altri, perché ha una domanda chiave : « Che cosa significa vita normale ?». Contatto : giorgiagiuliano.press@gmail.com

 

Il nuovo logo è stato realizzato da Vanda Calcaterra, illustratrice, già art director di Airone.

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