BIC (Business Innovation Center)Dopo Milano Metropoli agenzia di sviluppo, un altro gioiellino va in liquidazione, per decisione della Provincia di Milano guidata da Pdl-Lega. Il Business innovation center Bic La Fucina di via Venezia a Sesto subirà la stessa sorte della sua “sorella maggiore”. Con non pochi contrasti tra il socio di maggioranza, per l’appunto la Provincia di Milano targata Podestà (Pdl) e i soci di minoranza, cioè i comuni di Sesto San Giovanni, Bresso e Cologno Monzese che si sono astenuti sulla proposta di messa in liquidazione. Contraria alla chiusura del Bic la Banca di credito cooperativo di Sesto San Giovanni.

È paradossale che un soggetto nato per trovare risorse a livello regionale e dell’Unione europea per le imprese, aiutandole a muoversi tra i finanziamenti e i bandi nazionali e internazionali, oggi non abbia più risorse. Il debito storico del Bic è di 500mila euro, ma La Fucina aveva chiuso il 2012 con un leggero utile e numerosi clienti privati. Le possibilità per andare avanti, insomma, c’erano.

In particolare i Comuni contestano alla Provincia di aver emanato autonomamente la liquidazione senza un confronto con gli altri azionisti; è stata rigettata la proposta avanzata dai Comuni stessi di verificare, prima di assumere la decisione di messa in liquidazione, la possibilità d’ingresso di altri soggetti nella compagine societaria accanto alla ricerca di un piano industriale.

Secondo le amministrazioni comunali, inoltre, “nei mesi scorsi non è stato concretamente possibile, né per i comuni azionisti né per altri soggetti che avessero voluto farlo, rilevare le quote di Milano Metropoli nel BIC a causa di scelte dilatorie da parte della società stessa”.

I Comuni, infine, chiedono la “ricollocazione del personale dipendente insieme alla verifica di ogni opportunità che consenta, anche in forme diverse, il mantenimento delle attività fin qui svolte dal BIC in favore del sostegno alle imprese e della promozione dello sviluppo territoriale”.

Giusto per chiudere il cerchio, proprio oggi, 28 gennaio, la città di Milano ha aperto il suo primo incubatore d’impresa, anni dopo quello che avevano fatto Sesto San Giovanni e i Comuni del Nord Milano. Si chiama Speed MI Up – Officina di imprese e professioni, il nuovo strumento promosso da Università Bocconi, Camera di commercio di Milano (che era socia di Milano Metropoli agenzia di sviluppo) e Comune di Milano. Gli aspiranti imprenditori e le imprese neonate avranno a disposizione quattro diversi spazi in: via Gobbi, via Bottego, via Cilea, Palazzo Giureconsulti.

Già dal 29 gennaio, e fino al 29 marzo, gli imprenditori e i professionisti interessati potranno presentare le domande relative al primo bando, che selezionerà cinque imprese e dieci professionisti, al sito speedmiup.it. Ogni anno saranno emessi due bandi, per un totale di 10 imprese start up e 20 professionisti con partita Iva, che potranno rimanere nell’incubatore fino a due anni, per una presenza massima contemporanea, a regime, di 20 imprese start up e 40 professionisti con partita Iva.

Speed MI Up è un incubatore specializzato nello sviluppo delle competenze di business e management, finalizzato ad attrarre talenti imprenditoriali, anche internazionali, stimolando l’occupazione a Milano e provincia. Farà leva sull’esperienza di formazione e consulenza della Bocconi e della Camera di commercio, allo scopo di accelerare la crescita delle imprese e dei professionisti innovativi.

Ciò che avevano fatto con successo Milano Metropoli e Bic La Fucina. Un peccato davvero, mai come oggi sarebbero serviti per rilanciare il Nord Milano e farlo uscire dalla crisi.

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Fonte: Corriere di Sesto on line