ADDIO ALL’ANGELO INVISIBILE DI MILANO, CHE AIUTAVA I BISOGNOSI SENZA VOLER APPARIRE

introduzione di Salvatore Giannella – testo di Giangiacomo Schiavi

L’orazione civile del giornalista Giangiacomo Schiavi per salutare Roberto Bagnato, il benefattore che voleva scuotere la Milano dell’indifferenza  

Si chiamava Roberto Bagnato, classe 1958, bocconiano, ex funzionario di banca, esperto di finanza. Per molti anni è stato l’Angelo invisibile di Milano che aiutava chi è rimasto indietro: saldava i debiti, pagava gli affitti, cercava di mettere in una strada diversa la vita di chi era rimasto intrappolato nel girone dei poveri.

Da sabato 18 gennaio 2025, giorno in cui sono andato a porgergli l’ultimo saluto nella chiesa di Sant’Agostino, in via Copernico a Milano, quell’Angelo invisibile non si deve più nascondere. Il suo cuore generoso si è fermato in anticipo a causa di un tumore raro. In chiesa, con la compagna Cristina e i tre figli, c’era anche Giangiacomo Schiavi, l’allora vicedirettore del Corriere al quale si deve la scoperta della figura di quell’Angelo invisibile (me lo presentò un giorno a tavola come un grande italiano da segnare sulla mia agenda). 

Nella foto in apertura, Roberto Bagnato al centro, con il giubbotto bianco, premiato dall’azienda farmaceutica Bayer. Alla sua destra l’editorialista del Corriere della Sera, Giangiacomo Schiavi.

A Schiavi (che, singolare coincidenza, in serata andava a inaugurare una mostra sull’esercito del bene nella capitale lombarda dal titolo “Miracoli a Milano”) si deve la commovente orazione civile nella chiesa di Sant’Agostino che riproduciamo integralmente qui di seguito. (s.g.)

Sono io quello che ha scritto sul Corriere della Sera la storia dell’Angelo Invisibile. Valeva la pena di fare il mestiere di giornalista anche per questo. Per incontrare uno così. Per aver visto con lui un altro miracolo a Milano, dopo quello del film di Vittorio De Sica e Cesare Zavattini. Il miracolo della felicità negli occhi di chi ha perso ogni speranza. Oggi non si chiamano più barboni, sono   padri, madri,  mariti o mogli separate, disoccupati,  malati abbandonati,  gente che dorme in auto perché non ha un tetto, bambini che non possono permettersi un intervento al cuore perché la povertà è crudele e poi, diceva Roberto, ci si vergogna a farsi vedere…

Era il 2001, poco più di vent’anni fa, quando è nata la leggenda dell’Angelo. Un titolo in cronaca raccontava di un uomo malato di tumore, lasciato dalla moglie, solo e disperato, che dormiva in auto. “Non posso accettare che a Milano si possa vivere cosi”. E’ stata questa la prima telefonata di Roberto Bagnato. In due giorni gli ha trovato un letto in una pensione, sei mesi pagamento anticipato, più un medico e qualche assegno per le prime necessità. Poi è arrivato in soccorso di un uomo salvato dal suicidio: aveva perso i lavoro e non poteva pagare l’affitto e la scuola per i figli. E via così per anni. Sempre senza apparire, perché la generositè quando è sincera non si espone ai clamori del mondo, ha bisogno della discrezione e del silenzio, mi diceva.

Telefonava, andava sul posto, dava un aiuto consistente, cercava di raddrizzare le storture della vita e poi spariva. Diventava invisibile.Era questo il patto. Dopo dieci anni l’ho rotto io. Per inaugurare la sezione delle Buone notizie del Corriere. Con il direttore Ferruccio de Bortoli volevamo scuotere l’informazione al negativo con una storia del bene che fa notizia. E volevo, come lui voleva, che i suoi gesti avessero un effetto contagioso a Milano, che il cuore della città ricominciasse a battere anche per i più sfortunati…e non solo per i grattacieli.

Per quel titolo che all’inizio l’ha fatto arrabbiare, perchè come ha scritto Massimo Gramellini, anche i santi sono incazzosi,  ho usato le parole di Noemi, una signora milanese discreta, colta, colpita dalle avversità,  che viveva sola in una casa popolare di viale Romagna, sommersa dai debiti, con 450 euro di pensione. Mi chiama e dice:  “Caro Schiavi dopo la lettera al Corriere è successo un miracolo, mi ha fatto visita un Angelo. Ha pagato i miei debiti, mi ha dato un po’ di soldi e mi ha fatto portare una lavatrice nuova. Poi mi ha anche pagato gli occchiali nuovi. E’un Angelo il suo signor Bagnato. Lo voglio ringraziare, ma è sparito, mi aiuti a trovarlo, dove posso andare?”…

Sul Corriere della Sera l’Angelo invisibile è nato il 29 giugno 2012. Roberto Bagnato è diventato per molti  il benefattore misterioso che aiuta chi è rimasto indietro. In quei giorni il centralino del giornale era impazzito. La mia casella della posta si è quasi inceppata: troppe mail ricevute. Lui a un certo punto ha deciso che doveva organizzarsi, e ha creato una Fondazione per non essere travolto. Poi  ha trovato una santa come suor Luisella che dirigeva il centro di ascolto della Caritas. Insieme con la Fondazione Condividere hanno fatto davvero miracoli per la povera gente.

Ci siamo sentiti tante volte che non ricordo quante. “Ti perdono”, mi ha detto un giorno, “anche se io non mi sento un Angelo. Ho lavorato in banca, amministro un lascito di famiglia, faccio quello che dovrebero fare altri nella mia condizione: aiuto gli altri a uscire dai guai”.  Gli bastava la gratitudine , la piccola ricompensa di chi non possiede nulla, come scrive Emily Dickinson.

Ha ricevuto il Panettone d’oro. Credo abbia portato anche uno o due dei figli. Il premio l’ho ritirato io. Lui era in sala, anonimo, invisibile. Lo hanno applaudito al buio. Sembrava felice, anche del poco  che Milano gli ha dato. Perché lui meritava l’Ambrogino d’oro del Comune, non i Ferragnez.

“Auguri dal tuo Angelo sempre piu azzoppato”, mi aveva scritto tre anni fa. La sua salute vacillava. Accanto c’era la foto di una sedia a rotelle. “Questo è il mio regalo di Natale,  spero di usarla il piu tardi possibile”. Gli interventi di sostegno si sono diradati. Un anno fa mi ha detto: “Non so se ce la farò piu a uscire”. Abbiamo ricordato i tanti che gli dovevano qualcosa, e i tanti che purtroppo non c’erano più, ma avevano avuto momenti felici grazie a lui.  Alla fine sembrava amareggiato: “Mi sento un povero illuso che ha creduto fino in fondo nei valori della solidarietà umana, per poi cadere nell’oblìo”. Il suo desiderio era seminare qualcosa di buono, dare un esempio imitabile. Ma la la malattia lo portava al pessimismo. Fino all’ultimo messaggio. “…. Ti sarei grato, se lo vorrai, di dedicarmi uno spazio sul Corriere in memoria di quello che sono stato e che ho fatto per gli altri. Chiamiamolo un piccolo testamento spirituale che i miei figli e la mia compagna porteranno sempre con se. Se lo farai, sei ovviamente autorizzato a pubblicare il mio nome in chiaro. Grazie di tutto. Roberto”.

Lui non c’era più quando l’ho ricevuto. Ma io  avevo gia scritto il pezzo. Come faceva a saperlo? Ho sentito un brivido, poi ho pensato al bene che ha fatto un altro miracolo con Roberto Bagnato. Ha trasformato un Angelo Invisibile in un Angelo vero. []

Post scriptum: la storia più approfondita di Roberto è raccontata in un libro edito nel 2014 da Feltrinelli, L’Angelo invisibile. La vera storia del benefattore anonimo che aiuta chi è rimasto indietro. La nuova impresa avvincente di Schiavi con Lanfranco Vaccari (la Valle dei Libri nell’Appennino piacentino) la trovate qui su Giannella Channel: https://www.giannellachannel.info/la-valle-dei-libri-la-prima-libreria-diffusa-del-mondo-varato-nel-piacentino-il-progetto-di-due-giornalisti-e-amici-di-talento-per-salvare-i-volumi-dal-macero/

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